Corruzione in carcere a Busto: giudizio immediato. Nuovi indagati e nuove accuse

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BUSTO ARSIZIO – Corruzione in carcere a Busto Arsizio: la procura chiede il giudizio immediato per i coinvolti arrestati lo scorso 14 dicembre, tra i quali compare l’assistente capo della polizia penitenziaria di Busto Arsizio Dino Lo Presti, considerato dagli inquirenti il vertice di un sistema consolidato per garantire permessi premio e lavoro a detenuti “paganti”.

Nuovi indagati

Il procurato di Busto Arsizio Giuseppe D’Amico, che ha coordinato l’inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Varese e dalla polizia penitenziaria bustocca, ha anche depositato uno stralcio d’indagine con nuove accuse e soprattutto nuovi indagati. Tra questi anche due educatrici indicate come “compiacenti” dagli inquirenti e identificate dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare a causa di Lo Presti e i presunti sodali, tra i quali Monica Guanzini, amministratore delegato della cooperativa La mia Voce Ovunque che collaborava con la casa circondariale bustocca per il reinserimento dei detenuti in ambito lavorativo.

Accuse dagli interrogatori

L’inchiesta va avanti anche alla luce di quanto emerso dagli interrogatori dei principali indagati che avrebbero rivelato altri episodi corruttivi e il coinvolgimento, appunto, di altre persone. Restano nello stralcio una decina di iscritti tra ex detenuti, la moglie di uno di questi e, appunto, due educatrici. Sempre dagli interrogatori sarebbe emerso il coinvolgimento nel presunto sistema corruttivo di una seconda cooperativa. 

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