BUSTO ARSIZIO – Depositati in procura a Busto gli atti relativi alla denuncia a carico di Matteo Sabba, presidente del Distretto Urbano del commercio e referente di Busto grande e di Lombardia Ideale, dopo la manifestazione non autorizzata organizzata lo scorso 2 maggio in piazza Santa Maria.
Atti inviati alla procura
Gli uomini del commissariato della polizia di Stato di Busto Arsizio hanno completato gli accertamenti, e del resto Sabba non ha mai fatto mistero di aver organizzato quello che avrebbe dovuto essere un flash mob e che si è poi inevitabilmente trasformato in manifestazione durata quasi un’ora con tanto di comizi in piazza, inviando gli atti in procura. Saranno gli agenti del comando di polizia locale di Busto a notificare a Sabba l’elezione di domicilio. Naturalmente sarà, a questo punto, l’autorità giudiziaria, verificati gli atti, a decidere se e come procedere.
Chieste sanzioni per cinque persone
Inviata alla Prefettura di Varese, inoltre, la richiesta di applicazione delle sanzioni previste in materia di violazione dei divieti anti Covid (tutti in vigore lo scorso 2 maggio) per cinque dei presenti alla manifestazione, coloro i quali, cioè, si sono palesati con nome e cognome durante gli interventi in piazza. Tra questi i nomi noti sono quello dello stesso Sabba, ovviamente, e quello di Marco Reguzzoni, imprenditore, per anni nome di assoluto spicco nel panorama politico nazionale, presidente di Volandia, che in piazza Santa Maria non si è di certo nascosto, indossando tra l’altro una T-Shirt con la scritta “La rivoluzione abbia inizio”.
La denuncia per violazione del testo unico di pubblica sicurezza, e cioè per non aver chiesto le dovute autorizzazioni per la manifestazione, è a carico del solo Sabba in quanto capopopolo dell’iniziativa. Per gli altri, come detto, si tratta di sanzioni. Sabba aveva dichiarato, nella serata di sabato 2 maggio «Ho parlato con un ispettore. Quindi sapevano che avrei organizzato il flash mob. Per il quale non serve autorizzazione». Tempi e modi della manifestazione in piazza, per gli inquirenti, poco avrebbero a che fare con un flash mob.