Quando la disabilità non è un rompicapo: incontri nelle scuole di Busto

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BUSTO ARSIZIO – Come parlare di disabilità acquisita a un’audience in età adolescenziale? E, soprattutto, come avvicinare e sensibilizzare sull’argomento chi attraversa una fase della vita in cui prevalgono la spensieratezza e l’illusione che tutto sia possibile? Intendendo la disabilità acquisita come improvvisa esperienza di inibizione della propria libertà di movimento, di espressione e di relazione sociale, un approccio possibile è l’analogia con la pandemia globale vissuta nel 2020.

Fare i conti con una nuova condizione

«Nell’anno del Coronavirus tutti abbiamo sperimentato una forma di disabilità, che ci ha visti “menomati” e relegati a una condizione di immobilità. Il lockdown ci ha privati di tutto quello che davamo per scontato e acquisito: il lavoro, il tempo libero, l’istruzione, lo svago al cinema e a teatro, le relazioni sociali e familiari, i viaggi, le cene al ristorante, lo shopping e il caffè ai tavolini del bar», ha ricordato Paolo Colombani, coordinatore del progetto. «Senza distinzione d’età, sesso, religione, classe sociale, tutti, proprio tutti, abbiamo dovuto fare i conti con una nuova condizione che ci ha visti “temporaneamente disabili”. Una visione realistica che non vuole offendere la sensibilità di nessuno: anzi, è l’occasione per parlare di disabilità acquisita in maniera sincera e senza filtri».

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Il percorso informativo e i videoclip

Proprio partendo da questo singolare approccio ha preso forma “Rompicapo in smart working – 2021”, progetto che dal mese di marzo verrà presentato in alcune scuole superiori di Busto Arsizio dai volontari di Koru Odv e dagli operatori della cooperativa sociale Progetto 98: si tratta di una realtà che realizza interventi socioeducativi e di formazione all’autonomia per giovani e adulti con disabilità acquisita come conseguenza di danni cerebrali dovuti a coma, gravi traumi encefalici e patologie (ictus, anossia, gravi emorragie cerebrali, etc.).
Con il progetto Rompicapo da quasi dieci anni Koru Odv e Progetto98 raccontano ai ragazzi delle scuole superiori il difficile percorso del post trauma cranico e del post coma: lo hanno fatto combinando un percorso informativo a una serie di videoclip in cui gli stessi utenti della cooperativa hanno scelto di mostrare, con ironia, i loro deficit acquisiti.

Un approccio più “provocatorio”

L’obiettivo è sempre stato quello di focalizzare l’attenzione degli studenti sull’importanza dei comportamenti corretti e consapevoli, come prevenzione a danni irreparabili: mostrare ai ragazzi che i deficit acquisiti da eventi traumatici comportano compromissioni a livello cognitivo motorio e comportamentale, sfatare la falsa credenza che il risveglio dal coma sia un evento miracoloso coincidente con la guarigione e impattare sull’immaginario dei giovani affinché trovino motivazioni alla modificazione del comportamento a rischio individuale o di gruppo.
«Nel 2021 l’approccio sarà un po’ più “provocatorio”. Sia gli studenti sia i giovani disabili della cooperativa racconteranno il loro lockdown e le limitazioni subite: cosa gli è mancato, come hanno reagito, chi o cosa li ha aiutati di più». Koru Odv con Progetto 98 ha scelto di stimolare il confronto e la riflessione anche al di fuori dell’ambiente scolastico, creando opportunità di condivisione dell’argomento sui social.

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Partire dall’esperienza condivisa del lockdown

«Il tema centrale è sempre la disabilità intesa come perdita o limitazione della capacità di compiere attività che per gli individui normodotati sono considerate normali», ha spiegato Norma Mazzetto, presidente di Progetto98.
«A partire dall’esperienza condivisa del lockdown a noi interessa la descrizione di un fatto, una circostanza, un sentimento o un’emozione che hanno fatto vivere ai giovani, temporaneamente, questa perdita o limitazione, perché a partire da ciò vorremmo far riflettere sul fatto che le conseguenze di un danno motorio o cerebrale causate da un trauma potrebbero essere definitive».
Il mondo reale e quello virtuale offriranno in quest’occasione più canali di sensibilizzazione: a questo proposito il lancio del progetto è stato affidato a Giorgio Napoli e all’hashtag #PRC21. Chi volesse sostenerlo potrà fare una donazione alla Fondazione Comunitaria del Varesotto all’IBAN IT87 N032 3901 6006 7000 1966 911 con la causale donazione progetto 2020.0223 dal titolo “rompicapo in smartworking” promosso da Koru OdV.

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