Da Lonate a Milano i voti del Re dei Caf. La mano di Falvo sulle comunali

falvo peppino caf

LONATE POZZOLO – Peppino Falvo (nella foto), il Re dei Caf, pronto per le comunali di Milano. Il 59enne è indagato dallo scorso ottobre per scambio elettorale politico mafioso (il pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti, che coordina le indagini, ha già depositato la richiesta di rinvio a giudizio), accusato di aver fatto da tramite tra le famiglie della ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo e l’allora sindaco Danilo Rivolta (arrestato nel 2017) promettendo al primo cittadino 300 voti in cambio della nomina in giunta di Francesca De Novara, figlia di Salvatore e nipote del fu capolocale Alfonso Murano, poi assassinato.

Scambio elettorale politico mafiosi

«Nel febbraio, marzo 2014, Peppino Falvo venne da me e mi disse che i De Novara mi avrebbero appoggiato nella campagna elettorale», ha spiegato Rivolta agli inquirenti. «Franco De Novara in cambio voleva che la figlia Francesca venisse nominata assessore. Loro nel frattempo avrebbero provveduto a farmi prendere dei voti, Francesca De Novara ha preso 300 voti, la mia lista è stata supportata anche da Cataldo Casoppero e dopo la mia elezione ho effettivamente nominato la figlia di De Novara assessore alla cultura», aveva dichiarato Rivolta dopo l’arresto.

Oltre a Falvo, nell’ennesimo filone dell’operazione Krimisa, risultano indagati per corruzione elettorale e scambio elettorale politico mafioso lo stesso Rivolta (anche se l’accusa è già comperta nel patteggiamento a 4 anni siglato dall’ex sindaco) Federica Francesca De Novara, ex assessore a Lonate Pozzolo, suo padre e imprenditore Salvatore De Novara e di Cataldo Casopperocondannato lo scorso 25 settembre dal Tribunale di Busto Arsizio a 14 anni di reclusione perché ritenuto affiliato alla Locale dell’Ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo.

I voti del Re dei Caf

L’interesse di Falvo per la politica non è dunque nuovo. E del resto il suo nome è uno dei punti di contatto tra le due maxi inchieste Krimisa (che nel 2019 decapitò la ricostituita locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate Pozzolo) e Mensa dei poveri che a maggio della stesso anno si abbattè su Forza Italia come uno tsunami con l’arresto dell’allora Ras degli Azzurri Nino Caianiello. Dall’inchiesta ora emerge l’interesse del Re dei Caf per le amministrative di Milano. Lo riporta oggi il Corriere della Sera. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti emergerebbe un intreccio «Tra l’attività politica e quella professionale di Falvo che, attraverso il coordinamento dei centri di assistenza fiscale, s’impegna nella raccolta di consensi elettorali». Durante le indagini i militari del nucleo investigativo di Milano hanno trovato e sequestrato a Falvo alcune agende. Una sorta di “indice” con decine e decine di nomi e numeri di telefono di persone alle quali si era rivolto per ottenere voti.

Pacchetto di voti per il Carroccio?

E del resto il Re dei Caf aveva dato prova della sua potenza di fuoco nel 2012 quando con una serie di Sms aveva portato 800 persone (10 pullman) alla convention milanese di Cristiano popolari. Il 90% dei presenti aveva poi dichiarato di non avere la più pallida idea del perché si trovasse lì. In una telefonata intercettata dagli inquirenti «Falvo facendo riferimento ai Caf di via Pellegrino Rossi, via Palanzone e via Veglia di Milano, sottolinea quanto questi uffici potranno esser importanti per le elezioni comunali del 2021». Sempre stando agli investigatori il Re dei Caf aveva anche individuato in alcuni esponenti della Lega dei possibili interlocutori. 

lonate milano voti falvo – MALPENSA24