Busto, Eugenio Vignati prende le distanze dal sindaco: «Arrogante e fallimentare»

BUSTO ARSIZIO – L’hanno sostenuto, hanno “portato acqua” e voti per l’elezione a sindaco di Emanuele Antonelli, ma ora prendono le distanze dal primo cittadino: «Gestione amministrativa fallimentare. Troppa arroganza e inconsistenza».

A tracciare il solco è Eugenio Vignati, punto di riferimento degli Indipendenti di centro. Che ieri martedì 7 gennaio, in calce all’articolo con le dichiarazioni di Francesco Speroni, ha affidato a Facebook poche righe (ma inequivocabili) di commento sullo stop alla ricandidatura a sindaco del “padrone” di Palazzo Gilardoni.

Il commento su Facebook

 

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Così non va

Eugenio Vignati prima di entrare nel merito della presa di posizione contro l’amministrazione ricorda gli insegnamenti del senatore Gian Pietro Rossi e ribadisce la volontà degli Indipendenti di centro «di metterci a disposizione, anche alle prossime elezioni, per il bene di Busto e sempre al centro come area politica di riferimento». E cosa l’ha spinto mettere in pubblico (seppur nell’agone virtuale dei social) una presa di posizione piuttosto forte nei confronti del sindaco sostenuto, Eugenio Vignati l’ha spiegato subito dopo: «La sua politica amministrativa è stata fallimentare, arrogante e inconsistente. Da parte nostra c’è grande delusione».

Le periferie e la ruota panoramica

Vignati batte sul chiodo delle periferie: «Tema sul quale noi abbiamo creduto e fatto proposte. Ma direi completamente dimenticate da questa amministrazione. Le condizioni dei centri storici di Sacconago e Borsano sono sotto gli occhi di tutti. Ma anziché dare risposte ai quartieri, questa amministrazione verrà ricordata per la ruota panoramica in piazza San Giovanni». Ma anche sul tema degli ultimi, «anche loro, forse proprio perché ultimi, dimenticati».

Il dato politico

Se si guardano i numeri, il puzzle politico che ha sostenuto Emanuele Antonelli alle ultime elezioni perde con l’uscita di Eugenio Vignati una piccola tessera. Gli Indipendenti di centro, infatti, hanno sfiorato il 2 per cento e portato a casa poco più di 600 voti. Ma la politica non è solo matematica. La presa di distanza della lista messa in piedi dal compianto senatore Rossi è un ulteriore campanello d’allarme per quello che, al momento delle elezioni 2016, è apparso un esercito compatto. E che ora, dopo tre anni di Antonelli a Palazzo Gilardoni, deve fare la conta tra defezioni, soldati demotivati e truppe “irregolari”. Conta che inizia a essere piuttosto lunga e che da ieri annovera anche il piccolo battaglione di Vignati.

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