Busto, un sì da 4mila euro: finta sposa condannata a un anno e 4 mesi

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BUSTO ARSIZIO – Finta sposa condannata a 1 anno e 4 mesi (con pena sospesa) dal gup di Busto Nicoletta Guerrero. La ragazza, appena ventenne, nel 2014 sposò un trentanovenne marocchino a caccia di cittadinanza. La giovane intascò quasi 4 mila euro per essersi prestata alla farsa fuorilegge.

A San Valentino la sentenza dei boss

La sentenza è l’ultima di una lunga serie a chiusura della maxi inchiesta coordinata dal pubblico ministero Francesca Parola. I boss dell’operazione Wedding Planner, quasi come un contrappasso, furono infatti condannati lo scorso 14 febbraio, giorno di San Valentino. L’accusa era di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A febbraio le condanne pronunciate dal giudice Rossella Ferrazzi andarono dai 7 anni e 7 mesi comminati al boss, un marocchino di 44 anni, all’anno e 4 mesi di carcere con 10 mila euro di multa per le 17 spose e il solo sposo che si sono prestati alla farsa, sino agli 8 mesi di carcere con multa da 10 mila euro per i testimoni a quanto pare assolutamente consapevoli della falsità di tutta l’operazione.  L’operazione Wedding Planner era stata portata a termine nel 2015. Si è partiti da un sequestro di droga per arrivare a scoperchiare un vero e proprio giro di matrimoni fasulli tra Busto Arsizio, Ferno e Lonate, ma anche oltre il confine regionale a Torino e Vercelli. Il boss marocchino residente a Busto era in contante contatto con i due fratelli rimasti in Marocco. Un ponte che portava in Italia non soltanto hashish, ma anche connazionali bisognosi della cittadinanza. Quella di ieri, giovedì 27 giugno, è una delle ultime finte mogliettine portate davanti al giudice.  I finti coniugi venivano reclutati tra i tossicodipendenti che si rifornivano di droga dalla banda. C’era anche un avvocato già pronto a far partire le pratiche per la separazione 40 giorni dopo la celebrazione dell’unione. Sono in tutto 33 le nozze finite sotto inchiesta, mentre 23 erano gli indagati all’inizio delle indagini. Il fenomeno è ben lontano, però, dall’essere archiviato: la Polaria non più tardi di qualche mese fa ha smantellato un’altra identica organizzazione. 

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