Busto: «In quell’incendio abbiamo rischiato di morire. Diteci cosa è successo»

busto incendio castelfidardo intossicati

BUSTO ARSIZIO – «Per alcuni minuti ho creduto davvero che non ce l’avremmo fatta ad uscire vivi di lì. Ieri (sabato 26 ottobre) sono rientrato in casa nostra dopo l’incendio. Ho avuto un attacco di panico. E adesso non abbiamo certezze sul futuro. Quello che è accaduto ci ha danneggiati fisicamente, psicologicamente e economicamente. Vogliamo sapere cosa è successo, vogliamo sapere il perché». Gianluca Colombo è una delle vittime, la parola è appropriata vista la situazione, dell’incendio divampato nella serata di venerdì 25 ottobre in via Castelfidardo. 

Abbiamo creduto di morire

Un inferno di fuoco che Colombo, con la moglie, ha vissuto sulla propria pelle visto che la coppia abita nell’appartamento al piano di sopra dell’alloggio da dove il rogo devastante sarebbe divampato. Il suo racconto è una presa diretta sulla paura: «Per 15, forse 20 minuti, siamo rimasti intrappolati – spiega – senza avere via d’uscita. Il nostro appartamento era completamente invaso dal fumo. Non riuscivamo a respirare». Niente ossigeno, nemmeno dalle finestre aperte. «Il fumo saliva dall’appartamento di sotto verso il nostro invadendo anche i balconi: fuori non potevamo stare, dentro nemmeno – spiega Colombo – Per almeno tre o quattro volte ho aperto la porta di casa. Ho pensato: provo a scendere. Mi sono ritrovato in mezzo al fumo senza vedere o poter respirare perché gli inquilini del piano di sotto, scappando, avevano lasciato la loro porta aperta e la tromba delle scale era satura di una coltre pesantissima». Colombo ha anche realizzato che, se scendendo avesse trovato il fuoco (era impossibile saperlo prima), non sarebbe più riuscito a risalire. «Abbiamo cercato allora di creare una stanza nel nostro appartamento dove il fumo fosse presente in minor quantità nella speranza di poter respirare, ma senza esito». E poi c’erano le tubature del metano all’esterno, con i contatori sui balconi: «Ho pensato che se le fiamme li avessero raggiunti sarebbe saltato in aria tutto – spiega -. Confesso che per alcuni minuti ho creduto che saremmo morti. Quella paura non la dimenticherò mai più. Quel pericolo creato da cause che adesso vorremmo conoscere sino in fondo è una sensazione indimenticabile». Colombo e la moglie non hanno perso lucidità: «In trappola abbiamo capito che non potevamo fare altro che aspettare che i vigili del fuoco venissero a prenderci il prima possibile». E i pompieri, puntuali, sono arrivati e li hanno portati fuori.

Casa appena ristrutturata

Colombo è rimasto ricoverato quasi 24 ore in ospedale a causa della quantità di fumo respirata. «I valori cardiaci non si decidevano a tornare normali», spiega. Lui è stato l’ultimo ad essere dimesso alle 17 di ieri. E tornando si è fermato davanti a casa. «Già dall’esterno l’odore di fumo era nauseabondo. In casa nostra era impossibile stare». Una casa ristrutturata da poco: «E’ stata imbiancata due mesi fa – spiega Colombo – Ancora non abbiamo finito di pagare le ultime fatture per i lavori eseguiti». Una casa curata con amore investendo i guadagni del proprio lavoro: «Non abbiamo più niente – spiega – La sala è inagibile: l’incendio al piano di sotto ha danneggiato la soletta. Casa è il tuo rifugio, il posto sicuro dove tornare. E’ tutto andato». La coppia ha trovato ospitalità: «Siamo da mia suocera a Marnate dove siamo arrivati disperati ieri», racconta. «Non abbiamo certezze sul futuro. Non sappiamo quanto tempo ci vorrà per poter sistemare la casa, quanto costerà, se dovremo anticipare i soldi. E soprattutto non sappiamo se anche dopo la bonifica quell’odore di fumo insopportabile, che ci ricorda quei minuti di terrore durante i quali abbiamo creduto di non farcela, se ne andrà subito o resterà a lungo». Legittima, dunque, la necessità di sapere: «Cosa è successo, perché ci è capitato tutto questo» e, soprattutto, se ci sono responsabilità. «Io voglio che sia chiaro quale pericolo abbiamo corso. E credo sia altrettanto chiaro il perché abbiamo bisogno di sapere la ragione di quello che è accaduto», conclude Colombo.

busto incendio via castelfidardo – MALPENSA24