BUSTO ARSIZIO – Carmine Gorrasi, l’ex consigliere comunale di Busto e ex segretario provinciale di Forza Italia, coinvolto nella maxi inchiesta milanese Mensa dei poveri, che ha annullato Fi in Lombardia e ha portato all’arresto del plenipotenziario dei berlusconiani in provincia di Varese Nino Caianiello, è comparso oggi davanti al tribunale del Riesame. Gorrasi vuole tornare in libertà e chiede la revoca della misura di custodia cautelare ai domiciliari: «E’ estraneo all’accusa di finanziamento illecito contestata – aveva già spiegato il legale Davide Toscani – E si è dimesso da ogni incarico. Non c’è ragione alcuna che la misura permanga». Gorrasi è indagato per un presunto finanziamento illecito da 10mila euro che l’imprenditore Daniele D’Alfonso della Ecol-Service avrebbe fatto arrivare al consigliere lombardo di FI Angelo Palumbo, attraverso un falsa fattura emessa dalla società sportiva ‘Asd Busto Arsizio 81’, di cui Gorrasi era il dg. «Gli stessi pm – ha spiegato il legale all’Ansa – hanno prodotto oggi un contratto di sponsorizzazione che, a nostro parere, dimostra che la Ecol-Service pagò per una prestazione che si realizzò, perché effettivamente venne messo un tabellone di sponsorizzazione sul campo da calcio della Asd».
Interrogatorio in corso
Alberto Bilardo, ex segretario di Forza Italia a Gallarate e membro del cda di Accam, a sua volta arrestato lo scorso 7 maggio in seno alla stessa inchiesta, si è invece presentato spontaneamente per essere ascoltato dal pm. L’interrogatorio è ancora in corso. Secondo l’accusa, Bilardo avrebbe curato «gli interessi» dell’associazione per delinquere, guidata da Caianiello, nella sua qualità di «consigliere di amministrazione della società a partecipazione totalmente pubblica Accam spa, e quale segretario cittadino di Forza Italia del comune di Gallarate fino al 1 agosto 2018, con il compito di mantenere le relazioni con i privati corruttori». E ciò «anche grazie all’attività professionale del suo studio di ingegneria civile».