Bilardo e la cimice trovata nel condizionatore: «Ho paura che mi arrestino»

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GALLARATE – Apparvero subito strane le dimissioni di Alberto Bilardo da commissario cittadino di Forza Italia a Gallarate. Da protagonista in rampa di lancio della politica territoriale, da un giorno all’altro sparì dalla scena pubblica. Scrisse al segretario provinciale Lara Comi il 27 luglio 2018 che voleva rimanere «un semplice iscritto». Motivò la scelta con i soliti «impegni professionali», ma era evidente che c’era dell’altro. Ora si scopre cosa: trovò nel condizionatore del suo ufficio a Cassano Magnago le cimici piazzate dalla guardia di finanza. E disse. «Io ho paura che domani mattina mi arrestano». Aveva ragione.

La cimice nel condizionatore

Alberto Bilardo, ex vicesindaco a Cassano Magnago, ex assessore all’Urbanistica a Somma Lombardo e ormai anche ex consigliere di amministrazione di Accam, è stato arrestato due giorni fa insieme a Nino Caianiello (i due sono nella foto con Alessandro Petrone, ex assessore a Gallarate ora in carcere a San Vittore) e ad altri componenti di spicco della galassia del mullah. In «costante etero-direzione di Caianiello», si legge nell’ordinanza, aveva «il compito  di mantenere le relazioni con i privati corruttori, anche grazie all’attività professionale del suo studio di ingegneria civile che svolge in palese conflitto di interessi con i paralleli  incarichi politici e di governance di società municipalizzate». Proprio nel suo studio, mentre puliva lo split del climatizzatore, trovò il 30 maggio del 2018 le apparecchiature necessarie alle intercettazioni ambientale audio/video.

Figura ingombrante e pericolosa

La scoperta della cimice, subito comunicata al mullah, mette in fibrillazione Caianiello. Che comincia a isolare proprio colui che, fino al giorno prima, era uno dei suoi uomini più validi e fidati. Bilardo, infatti, da tutti è riconosciuto come persona dotata di spiccata intelligenza e capacità professionale sopra la media. Ma la sua presenza a quel punto era di troppo. E sparisce dalla politica. Sottolineano gli inquirenti: «La scoperta della cimice segnerà anche un punto di rottura tra Bilardo e Caianiello. Da quel momento, infatti, Caianiello cercherà costantemente di escludere formalmente e sostanzialmente Bilardo, con il quale invece i rapporti erano stati strettissimi fino a quel momento, dalla scena politica locale, nella chiara consapevolezza che la sua figura è divenuta per lui ingombrante e pericolosa».

Il resort e la macchina nuova

Emblematica dell’atteggiamento del mullah nei confronti di Bilardo è un’intercettazione ambientale di inizio luglio all’ambulatorio, il bar di via Ferrario a Gallarate dove il vertice del sistema feudale riceveva i suoi vassalli. Dialogando con altri esponenti politici locali e professionisti a lui vicini, Caianiello lamenta sia l’inopportunità che Bilardo continui a rivestire un ruolo politico potenzialmente in conflitto con quello professionale, sia  l’ostentazione del suo tenore di vita. Dice al tavolo: «Poi tu gli dici “guarda che è noto che..che..l’asticella…all’Agenzia delle Entrate fortunatamente per te si è alzata”… …quando poi incominciano a vedere..(inc.le)… …allora tu dici “cazzo…non è che tu..”..la macchina nuova..(inc.le)..con tua moglie, Gucci, cazzi, mazzi, Facebook, cazzi, ma…allora gli dici “puoi evitare..”, no?!…e tu te ne vai all’albergo…(inc.le)…tutto il resto e compagnia bella… …possiamo evitare… …allora, non è che l’inquirente ha bisogno di Facebook, però il problema non è l’inquirente… …è il problema… …è somatizza l’invidia… ….la lettera anonima… …a lui gliel’ho detto una volta, gliel’ho detto due, gliel’ho detto tre, è arrivato ad un certo punto… …e poi gli dici “puoi per cortesia evitare di mettere su facebook quando te ne vai al resort, te ne vai di qua, te ne vai di là?! Puoi..”…poi ti preoccupi che ti mettono la cimice inta a l’ufficio, eh ti mettono la cimice dentro l’ufficio, se tu nel giro di un anno la tua denuncia dei redditi da 200.000 sale a 300.000, significa che tu hai raddoppiato il 50 per cento del tuo reddito, perchè sei bravo?! Si! Ma vaglielo a spiegarlo a qualcuno a Largo Giardino (sede della  Procura della Repubblica di Busto Arsizio, ndr)… …no?! e come mai..no?! o qualche tuo collega invidioso…».

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