Sequestrate a Malpensa, le mascherine di Irene Pivetti arrivano a Busto. In procura

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BUSTO ARSIZIO – Sono state avocate a Busto Arsizio – come riporta l’AGI –  tutte le indagini per la presunta frode nella fornitura di mascherine di cui e’ accusata Irene Pivetti (nella foto): le inchieste di Savona e Siracusa, insieme a quella di Milano dove era confluita un’indagine romana, finiranno, dunque, tutte per competenza nel tribunale del varesotto poiché il primo sequestro di materiale importato dalla Cina era avvenuto a fine aprile all’aeroporto di Malpensa. Nel frattempo la difesa della ex presidente della Camera, condotta da Mirko Palumbo, ha chiesto al tribunale del Riesame il dissequestro delle mascherine.

Mascherine per 30 milioni di euro

Secondo le accuse dei pm, la ex politica della Lega, ora titolare di una holding di import export dalla Cina, avrebbe importato una partita di mascherine prive del marchio CE, delle quali una parte sarebbero state comprate dalla Protezione civile e altre sarebbero state vendute sul mercato (tra cui quelle sequestrate a Savona). E’ accusata di frode nell’esercizio del commercio. La vicenda ha avuto inizio ai primi di aprile, quando la Protezione civile ha firmato  con la società di Pivetti un contratto per la fornitura di 15 milioni di mascherine, al prezzo di 30 milioni di euro. E si sarebbe scoperto che la società che li distribuisce in Italia è quella che, appunto, fa capo alla Pivetti. Buona parte dei dispositivi di protezione individuale sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Malpensa.

La difesa dell’ex presidente

Dal canto suo la difesa sostiene che la compravendita era avvenuta in emergenza, quando per l’Italia era difficile reperire questi materiali sul mercato ed era stato previsto che il marchio CE, in quel momento, non fosse una discriminante essenziale. La difesa sostiene inoltre che Pivetti avrebbe venduto le mascherine alla protezione civile praticamente a prezzo di costo, e che comunque questi dispositivi hanno un potere filtrante del 97% contro il 95% riconosciuto alle Ffp2. Il dissequestro permettera’ eventualmente di poter commerciare di nuovo le mascherine, anche come chirurgiche. L’udienza davanti al Riesame e’ prevista per domani mattina.

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