Busto, “No inceneritore” in consiglio: Fiore chiede al sindaco di chiarire su Accam

Nel riquadro, Emanuele Fiore

BUSTO ARSIZIO – Il comitato “No inceneritore” irrompe in consiglio comunale: il neo-consigliere Emanuele Fiore, che ha debuttato sui banchi della sala esagonale dopo le dimissioni di Giuseppe Ferrario, compie il suo primo atto ufficiale, e non poteva che essere un’interrogazione sul caso Accam. «È urgente e doveroso che il consiglio comunale venga nuovamente coinvolto, informato e chiamato a decidere sul destino di Accam» sostiene l’esponente del gruppo Popolo, Riforme e Libertà.

Dopo Legnano anche Busto

Un atto che rimanda a quello già predisposto nelle scorse settimane dal consigliere comunale di Legnano Franco Brumana, che ha sollevato di fronte al sindaco della città del Palio Lorenzo Radice il problema emerso a margine dell’assemblea dei soci convocata lo scorso 6 giugno, con la revoca in extremis della parte (straordinaria dell’ordine) del giorno riguardante la messa in liquidazione della società che la scorsa estate ha affidato la gestione dell’inceneritore di Borsano a Neutalia. A quanto pare, in seguito ad un parere dell’Agenzia delle Entrate che Fiore vorrebbe venisse «reso noto al consiglio». Di certo d’ora in poi, dopo Legnano, anche Busto vanta un attivista “No Inceneritore” in aula. E l’impressione è che si tornerà più spesso a parlare di Accam e Neutalia.

Le bordate di Fiore

Fiore chiede chiarimenti al sindaco, scrivendo tra l’altro che «la delibera predisposta dal Consiglio di Amministrazione e approvata dai Sindaci o loro delegati presenti in assemblea, si è limitata a prendere atto (dopo due anni!) della scomparsa del capitale sociale e nel contempo ha deciso di non ricapitalizzare la società né di porla in liquidazione», ma anche che è «particolarmente grave che in questa situazione non sia stato presentato il bilancio del 2021 e che i soci dispongano solamente di una sorta di bilancio aggiornato al 31 luglio dello stesso anno sulla base del quale i Consigli Comunali avevano conferito ai Sindaci solamente i poteri per la messa in liquidazione di Accam».

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