“No Inceneritore”, sfida a Cattaneo: «Ora un’indagine epidemiologica più ampia»

BUSTO ARSIZIO – «Si parla di decine di milioni di euro di investimenti e non si vuol spendere qualche migliaio di euro per un’indagine epidemiologica più approfondita, anche solo per tranquillizzare la popolazione che vive attorno all’inceneritore di Neutalia?» Una domanda retorica, quella rivolta da Emanuele Fiore del comitato spontaneo No Inceneritore, che torna alla carica sul tema della salute alla luce della bocciatura in Consiglio regionale della mozione di Roberto Cenci (M5S) per la dismissione degli impianti di termovalorizzazione più vetusti.

L’epidemiologo

Nell’ormai abituale appuntamento in diretta Facebook, il comitato si affida all’esperienza e alla competenza in materia del dottor Paolo Crosignani, epidemiologo, già responsabile del Registro dei Tumori all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che aveva già accompagnato i rappresentanti “No Inceneritore” nell’incontro a Palazzo Lombardia con l’assessore all’ambiente Raffaele Cattaneo. È proprio Crosignani a far notare che l’indagine epidemiologica del 2017 sull’inceneritore Accam, a cura di ATS, citata anche dall’assessore come prova del fatto che l’impianto non dovrebbe destare preoccupazione «è fatta bene ma da ampliare».

«Vale la pena indagare ancora»

Ed è proprio su questo punto che batterà il comitato. «Dallo studio, che riguarda solo due anni, emerge poco perché non si è cercato altro – sottolinea Crosignani – vale la pena di andare avanti e non fermarsi a conclusioni non supportate dai dati. Si potrebbe riprendere l’indagine per ampliarla considerando, tra l’altro, anche la mortalità cardiovascolare. Perché quando si rileva un eccesso di ricoveri per patologie cardiovascolari del 10%, non è poca cosa su una popolazione così ampia». Del resto, rileva Stefano Marchionna per il comitato, «lo stesso assessore ha ammesso che non si sa spiegare la correlazione tra le emissioni a norma e l’eccesso di ricoveri cardiovascolari emerso nell’indagine epidemiologica. Dovrebbe essere un buon motivo per indagare meglio».

La salute prima di tutto

Ed Emanuele Fiore chiarisce: «La nostra preoccupazione è la salute, la goccia che scava la roccia e che fa traboccare un vaso già pieno in una zona altamente inquinata». Lo dimostrano proprio i dati riportati da Cattaneo sulle emissioni entro i limiti di legge: «I valori di soglia non possono che essere un compromesso per attenuare i danni che comunque ci sono, ma non sono una garanzia per la salute – sottolinea il comitato No Inceneritore – anche se rispettati, dopo 50 anni assumono conseguenze estremamente pesanti per quegli inquinanti che si accumulano più velocemente di quanto si disperdono col tempo».

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