Busto, nonostante il chiringuito continua il degrado al parco Comerio

busto arsizio parco comerio

BUSTO ARSIZIO – «Il parco Comerio è di nuovo a rischio di degrado». Questo il monito che arriva da Francesco Panareo, cittadino di Busto Arsizio che spesso frequenta il parco. Ora i cittadini chiedono degli interventi strutturali seri, che permettano a tutto il parco, e non solo alla zona del chiringuito, di diventare un luogo di aggregazione per la comunità.

Nonostante il chiosco, poco è cambiato

Sono passati poco più di due mesi dall’inaugurazione del Caravanseray,e per alcuni cittadini le promesse di riqualificazione sono in parte rimaste solo promesse, senza fatti. «Speravo che l’apertura del chiosco potesse cambiare le cose, e invece non è stato così», dice Panareo. «Non me la prendo con il gestore, l’associazione Bb 3.0, che anzi ha permesso di rivitalizzare in parte la zona, ma purtroppo non c’è una vera aggregazione della comunità e i problemi strutturali del parco persistono».

Il parco è ancora in degrado

A partire dal laghetto, che, a detta di alcuni cittadini, diventa una «pozzanghera putrescente ogni due o tre mesi. Così che ogni volta bisogna chiamare una ditta di auto spurgo». Soluzione che non sembra sempre funzionare, e che non è tra le più economiche e rispettose dell’ambiente.

Proseguono poi i problemi con i tombini, in particolare quelli sulla collinetta, in prossimità del lago e dell’area bimbi. «Sono rotti da tempo e mettono a rischio l’incolumità di chi passeggia. Penso che il costo di riparazione sia davvero irrisorio per il Comune, quindi costa stanno aspettando? Che qualcuno ci finisca dentro?».

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Il retro completamente dimenticato

Un’altra delle criticità riscontrate riguarda poi il retro del parco. «Mi sembra che l’unica zona rivitalizzata sia proprio quella del chiosco, mentre il resto è come sempre dimenticato», denuncia Panareo. «Per esempio i sacchetti della spazzatura abbandonati da mesi, le grate della cancellata rotte, panchine, lampioni e cestini mai riparati. Inoltre, le due entrate posteriori sono chiuse da anni, quando basterebbe poco per riaprirle tranquillamente».

Coinvolgiamo le associazioni di San Michele

Insomma, servono degli interventi seri e strutturali per far davvero vivere il parco. «Per esempio – propone il cittadino – si potrebbe anticipare l’apertura prima delle 8, così che chi va al lavoro o a scuola possa frequentare questi spazi». O anche coinvolgere le numerose associazioni che hanno la propria sede nel quartiere di San Michele. «La mia proposta è quindi quella di chiedere a questi enti di organizzare eventi nel parco e creare una rete sociale di quartiere che faccia davvero vivere questi spazi».

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