Busto, servizio di ascolto Passaparola: «In 10 giorni 17 lavoratori collocati»

passaparola busto

BUSTO ARSIZIO – Da lunedì 8 giugno l’associazione Passaparola tornerà alla sua “normale” attività. Normale va tra virgolette perché non c’è nulla di ordinario nell’enorme lavoro che i volontari hanno fatto durante il lockdown sul fronte degli aiuti ai meno abbienti o nel servizio di trova lavoro attivo sino al giorno della chiusura imposta dall’emergenza Coronavirus. 

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Torna il sportello di ascolto

Da giovedì 11 giugno, dunque, riaprirà lo sportello di ascolto (dalle 10 alle 13 solo su appuntamento in modo da garantire le distanze di sicurezza anti Covid). Sportello che mette in comunicazione richiesta e offerta, ovvero coloro che cercano lavoro con le aziende che cercano manodopera. «Qualcosa è già ripartito – spiega Devis Martinello, presidente dell’associazione bustocca – In 10 giorni abbiamo trovato lavoro a 17 persone. E alcune aziende ci hanno contattato perché cercano personale. Anche disponibile al trasferimento, con vitto e alloggio pagato. La crisi è innegabile ma qualcosa si sta muovendo e noi cercheremo di far fruttare queste opportunità per favorire l’occupazione».

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Depennati i furbetti dei pacchi

Sul fronte lockdown quello dell’attività di Passaparola è un bilancio assolutamente positivo con migliaia di pacchi alimentari consegnati a famiglie di Busto e dei comuni limitrofi. Solo una nota dolente: «Incrociando i dati di tessere sanitarie, indirizzi e numeri telefonici abbiamo scoperto che alcune famiglie si sono fatte consegnare non uno ma due pacchi alimentari. Questi furbetti sono già stati tutti depennati dall’elenco aiuti del Passaparola. In un momento di emergenza come quello che abbiamo vissuto, approfittare in questo modo è inconcepibile. Perché così facendo, queste famiglie che come tutti avrebbe avuto diritto a un unico pacco alimentare, hanno privato altri in difficoltà della possibilità di essere sostenuti». Attualmente il numero di pacchi giornalieri è di 70. «Il numero è leggermente sceso ma facciamo pacchi più ricchi, diciamo», spiega Martinello. La distribuzione adesso avverrà tre giorni a settimana: lunedì, mercoledì e sabato. Questo perché i volontari che hanno ripreso a lavorare si sono resi comunque disponibili ad aiutare nel fine settimana, il sabato appunto.

Il 5×1000 alla Protezione Civile

Volontari cresciuti nel numero. Su indicazione degli assistenti sociali Passaparola ha “arruolato” la signora Daniela, ottantenne rimasta sola, che nel nuovo ruolo di volontaria ha trovato la felicità. E una famiglia che le sta accanto scacciando la solitudine. «Durante il lockdown abbiamo dato una mano a Dario Merlotti – spiega Martinello – Che gestisce il rifugio di Busto Arsizio. Per 15 giorni lo abbiamo assistito, insieme a medici e assistenti sociali. I ragazzi hanno dovuto affrontare la quarantena. Terminata la quale abbiamo condiviso un grande pranzo con l’impegno che anche loro vengano tre volte a settimana ad aiutarci con i pacchi. Un modo per toglierli dalla strada, farli sentire utili e coinvolti». Un progetto, quello di Passaparola cresciuto a dismisura con l’emergenza. «Tanti i ringraziamenti, dalla Protezione Civile Garibaldi, alla quale tutti devolveremo il nostro 5×1000 invitando altri a farlo visto il lavoro incredibile che hanno svolto, alla clinica San Carlo, alla chiesa, alla Caritas grazie alla quale abbiamo trovato una sede seppur temporanea. Una sede definitiva la stiamo ancora aspettando, non sappiamo infatti sino a quando potremo restare ospiti della struttura di Madonna Regina».

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