Lucio Piccoli, 50 anni di spettacoli. Parata di comici per la Croce Rossa di Busto

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BUSTO ARSIZIO – «Ho scelto Busto per la presentare la mia autobiografia perché tutto è partito da qui, e non solo la mia carriera di impresario. Ho un abbonamento trentennale alla Pro Patria, che mio padre mi accompagnava a vedere allo Speroni partendo in bicicletta dal nostro paese». Al Teatro Sociale Lucio Piccoli, promoter che ha avuto nella sua scuderia un’infinità di artisti, dai Platters, Gino Paoli, Giorgio Gaber e Franco Battiato ai Legnanesi, Giorgio Faletti e Aldo, Giovanni e Giacomo, ha raccontato cinquant’anni di spettacoli nella serata dedicata a “Una vita da impresario”, libro scritto insieme a Maria Grazia Brunini i cui ricavi saranno interamente devoluti alla costruzione della nuova sede della Croce Rossa.

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Undicimila presenze

Piccoli, dialogando con la giornalista Chiara Milani che ha condotto l’evento benefico, ha ripercorso gli esordi di una carriera iniziata proprio tra i comici, richiesto dopo un incidente sul palco durante uno spettacolo in oratorio: «Non sono nato comico, mi ha reso comico il caso». Tra aneddoti come la simulazione di una disgrazia avvenuta alla madre di Walter Chiari, per costringere l’attore ad arrivare puntuale, o gli imprevisti incontrati in piazza San Giovanni nelle riprese del Carosello, l’impresario, salutato da una standing ovation, ha ricordato non solo di aver portato in città il Cantagiro ma anche un giovane Battiato al debutto: «Busto è la mia patria, qui sono riuscito a totalizzare undicimila presenze». Il consiglio è di essere per gli artisti «un amico e un fratello: a volte ho avuto da loro confidenze che neanche un familiare riceverebbe». Resta un sogno nel cassetto: «Andare nelle scuole a insegnare come si raggiunge il successo, e come si mantiene».

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Umberto Smaila ad Antenna 3

«Per te, che fossimo solo in tre, non era fondamentale quando negli anni Ottanta, io, Franco Oppini e Nini Salerno ci rivolgemmo ad Antenna 3 dopo esser stati lasciati a piedi da Jerry Calà», ha aperto la serata Umberto Smaila. «Sei sempre stato onesto e leale: stasera sono qui per te, perché sei una persona veramente grande». A festeggiare Piccoli è seguita una parata di comici: il “cavallo” Carletto Bianchessi alle prese con l’analista, le canzoni spagnole che hanno successo in Italia di Norberto Midani fino alle imitazioni di Claudio Lauretta che partendo da Renato Pozzetto, ha impersonato, tra gli altri, Di Pietro, Renzi, Berlusconi e Grillo fino ad arrivare a Sgarbi. I giochi di prestigio tra Mago Silvan, Shakespeare e Robert De Niro di Raul Cremona hanno coinvolto il sindaco Emanuele Antonelli, che ha prestato la sua giacca per un numero.

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Comici, cabarettisti e la cronaca locale

Flavio Oreglio, ricalcando la struttura di un libro, ha spiegato nella sua «prefazione» la differenza tra cabarettisti, nati a Parigi a fine Ottocento e comici, già attivi da lungo tempo prima di loro. Il meccanismo alla base della comicità è l’aprosdoketon degli antichi greci, «la sorpresa che regala un sorriso». Alberto Patrucco, che l’ha raggiunto sul palco, ha svolto con «pensieri spettinati» un’indagine sulla satira: «Non si tratta di fare una battuta, ma di salvare uno stile. Aiuta molto ciò che racconta la cronaca locale, come “Prete sperpera 100mila euro dei fedeli alle slot machine: deve essere curato”. Oppure “Arrestato parrucchiere per spaccio di droga”: sono suo cliente da quattro anni e non sapevo che era un parrucchiere». I due hanno ricordato l’attore e cantante Roberto Brivio, scomparso a causa del Covid prima che potesse portare a termine il loro progetto insieme, eseguendo “Era Natale” dei Gufi e la canzone inedita “Più bastardi che mai”.

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La targa

«“Una vita da impresario” racconta passione e professionalità: tanti artisti sono venuti qui grazie a Piccoli, ha reso possibili tante manifestazioni», ha sottolineato Antonelli. «Grazie per il libro che hai scritto e per essere cittadino di Busto Arsizio: i soldi raccolti contribuiranno a quella che è una casa di tutti noi». In chiusura dell’evento, che tra il pubblico ha visto l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, la vicesindaco Manuela Maffioli, l’assessore Max Rogora e Rudy Collini, presidente provinciale di Confcommercio, a Piccoli è stata conferita una targa da Simona Sangalli, presidente del comitato della Croce Rossa di Busto. Come ha spiegato in apertura Giovanna Bonvicini, «la nostra sede ha bisogno di generosità. Il lockdown ha bloccato i lavori: è stato investito molto su tutti i presidi sanitari».

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Lucio Piccoli fra i grandi dello spettacolo: «Nel mio libro ricordo solo chi lo merita»

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