BUSTO ARSIZIO – «Il professore mi ha chiesto di baciarlo». Era una bugia probabilmente per evitare un debito a fine anno. Una bugia che per un docente trentottenne s’è trasformata però in un calvario lungo due anni chiusosi soltanto oggi, martedì 6 novembre, davanti al gup di Busto Arsizio Nicoletta Guerrereo. Il giudice per l’udienza preliminare ha infatti assolto il professore dall’accusa di aver molestato una sua allieva.
Professore assolto
I fatti risalgono al 2016. Anno in cui la ragazzina tredicenne, un incanto di giovinetta all’apparenza, ha accusato l’insegnante di averle chiesto un bacio. Un accusa pesantissima sfociata in una denuncia che per 24 mesi ha devastato la vita del trentottenne. Lui, l’insegnante, che si è rivelato non essere affatto un cattivo maestro, per il capriccio della tredicenne s’è visto la vita stravolta. Ha dovuto cambiare scuola, che la sua presenza nello stesso istituto della tredicenne era sconveniente quanto incompatibile, e ha visto il suo matrimonio rischiare il naufragio. La moglie per un certo periodo aveva dubitato: aveva sposato un mostro?
La bugia per evitare un debito
Assolutamente no. Così come dimostra la sentenza pronunciata oggi che ha visto il trentottenne, assistito dall’avvocato Cesare Cicorella, venire assolto con formula piena. A processo la versione della ragazzina non ha retto. Le parole della tredicenne sarebbero state smentite dai fatti. La ragazzina non era affatto quell’ingenua che voleva apparire, con al suo attivo frequentazioni affatto raccomandabili pescate anche tra numerosi spacciatori di nazionalità straniera. Alla fine è emersa la verità. La stessa che il trentottenne andava professando da due anni: l’accusa era falsa. Il docente non avrebbe mai chiesto alla tredicenne un bacio. La ragazzina si sarebbe inventata tutto per evitare di accumulare debiti (da recuperare durante il periodo estivo) nella materia insegnata dal docente.