Busto, sospeso l’invio di mascherine all’Ite Tosi: «Inadatte, non so più dove metterle»

BUSTO ARSIZIO – Negli scantinati e nei magazzini dell’Ite Tosi di viale Stelvio a Busto, la storica “ragioneria”, ci sono più di 50mila mascherine per gli studenti. «Non sappiamo più dove metterle» ha rivelato al “Fatto Quotidiano” la dirigente scolastica del “Tosi” Amanda Ferrario, già consulente dei ministri dell’istruzione Marco Bussetti e Lucia Azzolina e poi, solo per qualche mese prima di ritirarsi, candidata sindaco di una coalizione guidata dal Movimento Cinque Stelle. «Scriverò una mail al giorno al commissario Figliuolo affinché venga a ritirare i pacchi che abbiamo qui dall’anno scorso».

La PEC al commissario

Erano circa diecimila le mascherina che ogni settimana la struttura commissariale spediva in viale Stelvio per la distribuzione agli studenti. Da tempo, però, non arrivano più le classiche mascherine chirurgiche, ma altri tipi di dispositivi di protezione individuale, che gli studenti chiamano “mutanda” e si rifiutano di indossare. «Quotidianamente da oltre un anno riceviamo mascherine inadatte all’uso, strette, fatte con materiali scadenti, con lacci dietro la testa che nessuno vuole indossare – ha scritto nei giorni scorsi via PEC la “preside” Amanda Ferrario al commissario Francesco Paolo Figliuolo – lo spreco di denaro pubblico e lo spazio destinato agli imballaggi mi spingono a chiedervi, nell’ordine: di sospendere l’invio di mascherine scadenti e inutilizzate e di provvedere al ritiro dei bancali interi di mascherine consegnate perché ingombrano ogni spazio disponibile e sono di intralcio alle normali attività didattiche nonché pericolose per la sicurezza degli ambienti».

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Magazzini da sgomberare

La dirigente dell’ITE Tosi aveva avanzato la stessa richiesta prima dell’estate, invano. Stavolta invece la risposta da Roma è arrivata nel giro di pochi giorni: richiesta finalmente accolta e distribuzione sospesa. E le mascherine, che i ragazzi lasciavano sui banchi, non arriveranno più. Anche se quelle inutilizzate rimangono nei magazzini e negli scantinati dell’istituto. «Uno spreco» per Ferrario, che annuncia che continuerà a premere sulla struttura commissariale per poter liberare la sua scuola dalle mascherine indesiderate.

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