Spaccio nei boschi: 17 arresti. Dalla Valle Olona droga in tutta Italia

busto spaccio boschi

BUSTO ARSIZIO – Sono 17 gli arresti eseguiti dagli uomini della polizia di Stato di Busto Arsizio su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio. La richiesta arriva dal pubblico ministero Martina Melita che ha coordinato le indagini. Nove sono ristretti in carcere e otto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Spaccio oltre i confini

L’accusa per tutti è di detenzione ai fini di spaccio. Gli uomini del commissariato di via Foscolo hanno smantellato una banda che, secondo gli inquirenti, “infestava” i boschi di mezza provincia: da Gorla Minore a Lonate Pozzolo sino a Luino, travalicando in confini provinciali e regionale per arrivare sino al Piemonte e al Lazio. In manette sono finiti pusher maghrebini; oltre a due italiani e due albanesi. La banda spacciava cocaina, marijuana e hashish.

L’organizzazione

Al vertice dell’organizzazione. stando all’autorità giudiziaria, ci sarebbe un 48enne residente a Marnate; un volto molto noto alle forze di polizia. La struttura dell’organizzazione sarebbe la classica: i capi si occupavano dell’approvvigionamento dello stupefacente, mentre i ranghi inferiori spacciavano al dettaglio rimanendo nascosti negli ormai noti bivacchi allestiti nel fitto dei boschi. I clienti prenotavano le dosi con una telefonata e andavano a ritirare la droga al limitare dell’area boschiva indicata.

Le indagini

Il Provvedimento restrittivo è giunto a coronamento di una complessa indagine iniziata più di un anno fa dai poliziotti della Squadra Investigativa del Commissariato di via Foscolo, diretti dalla Procura della Repubblica, e ha permesso di smantellare un gruppo criminale dedito al trasporto e alla vendita di cocaina, hashish e marijuana nel circondario di Busto Arsizio e dei comuni della Valle Olona, ma con propaggini anche nel milanese, novarese, monzese, alto verbano e torinese, fino a Veneto, Lazio, Umbria ed Emilia-Romagna.
Partendo dal monitoraggio di un’attività di spaccio di droga svolta a Busto Arsizio da alcuni nordafricani, i poliziotti hanno dapprima individuato una coppia di fratelli di origini marocchine residenti in comuni della Valle Olona che si prestavano a trasportare, per conto terzi e a bordo di auto dotate di appositi nascondigli, considerevoli quantitativi di droga. I due, monitorati dagli investigatori, sono stati bloccati nel corso delle indagini con la collaborazione degli Uffici della Polizia di Stato territorialmente competenti nelle zone di Piacenza e del Verbano-Cusio-Ossola mentre trasportavano, rispettivamente, partite di 1200 e di 350 grammi di cocaina.

I fratelli riders

Partendo dai fratelli “riders” è stato poi possibile ricostruire, nelle due direzioni, la “filiera” della cocaina dai fornitori ai destinatari, ovvero i pushers che, ricevuta la droga, la rivendevano alla propria cerchia di clienti.   
Oltre a ciò, nel corso delle stesse indagini è stato possibile risalire a un gruppo di trafficanti impegnati nella movimentazione e nel commercio di considerevoli quantità di hashish e marijuana, oltre che nello spaccio di cocaina. Sostanze stupefacenti che i trafficanti indicavano con nomi in codice come “pizze”, “baguette”, “cariole”, “medicina”, “miele”; l’attività illecita aveva il fulcro in pregiudicati nordafricani domiciliati in comuni della Valle Olona e si avvaleva anche della collaborazione di complici e fiancheggiatori italiani e albanesi. Durante l’attività sono stati sequestrati in diverse operazioni, per fornire concreto riscontro alle ipotesi investigative, circa 40 chilogrammi di hashish, 5 chilogrammi di marijuana e altri 200 grammi di cocaina. Contestate anche le movimentazioni di altri 90 kg di hashish e di almeno 4 kg di cocaina. Oltre a ciò, è stato possibile attribuire ad alcuni indagati un’altra partita di 115 chilogrammi di hashish sequestrati a Cesate a marzo 2023 a bordo di una vettura parcheggiata nel garage di un condominio. Droga scoperta dopo che alcuni condomini avevano chiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine sospettando la presenza di ladri nei box, mentre in realtà si trattava del tentativo, maturato negli ambienti dei trafficanti, di rubare il carico a “concorrenti”.  

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