Busto, ultimato il taglio dei tigli. Porfidio: “Ma tutta questa legna dove va a finire?”

coop taglio tigli

BUSTO ARSIZIO – «Ma che fine farà tutta questa legna tagliata? Mi piacerebbe davvero saperlo. Non vorrei che finisse nel camino di qualcuno».  La legna a si fa riferimento è quella dei tigli segati all’incrocio tra viale Duca d’Aosta e via Mameli. Mentre a porre la domanda in maniera provocatoria è Audio Porfidio de La Voce della città. Porfidio sa bene che l’arrivo della rotonda è ineluttabile e che il cantiere ormai non si può più arrestare. Soprattutto ora, che il taglio dei tigli è stato completato.

Eppure sia Porfidio sia Andrea Barcucci non si rassegnano. Non passa giorno, da quando il primo ramo degli alberi è caduto a terra, che i due non tirino fuori un motivo, un argomento o una trovata per tenere alta l’attenzione sul cantiere che in queste settimane ha fatto tanto discutere la città. E che nemmeno il sindaco Emanuele Antonelli, eletto a cose ormai fatte, avrebbe voluto. Moltissime le iniziative organizzate da Profidio e Barcucci: dallo striscione con le facce di Gigi Farioli e Giampiero Reguzzoni, ai manifesti listati a lutto per l’addio dei tigli, ai tentativi  di emulare Cosimo Piovasco di Rondò, il Barone Rampante di Calvino, e salire sui tigli per protesta. «Sappiamo che nessuno dell’amministrazione ci darà ascolto. Li abbiamo invitati a venire qui, ma non si sono mai fatti vedere», spiega Porfidio. Che aggiunge: «Noi non possiamo permettere che tutto questo accada nel silenzio assoluto della città. Faranno certamente la rotonda, ma per lo meno io e Barcucci siamo stati gli unici a dire, senza nasconderci, come la pensiamo».

Porfidio poi riprende il filo del discorso proprio dai tigli tagliati: «Non sono quanta legna hanno fatto con questo scempio. E davvero mi piacerebbe sapere dove va a finire». Poi mentre guarda l’incrocio, che ormai ha definitivamente cambiato volto, aggiunge: «Quando sostenevamo che avrebbero rovinato per sempre il viale più bello della città e forse dell’intera provincia non ci sbagliavamo. Il risultato di questo scempio è qui da vedere».

A questo interviene anche Andrea Barcucci con un altro dubbio: «Proprio non riesco a capire come mai questa rotatoria, che verrà realizzata al servizio di un’attività privata, debba essere pagata anche con i soldi del Comune».

Interrogativi che però non arrestano i lavori e forse resteranno senza risposta. Intanto, oltre ai tigli, in viale Duca d’Aosta, è stato tolto anche il telo verde che fino a qualche giorno nascondeva la nuova Coop. Ora il supermercato, seppur ancor vuoto e da finire, è lì da vedere.

 

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