Vavassori, ex portiere della Pro Patria, è in Ucraina a combattere contro i russi

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BUSTO ARSIZIO – Il 26 febbraio scorso con un post su Facebook (con foto che ritrae un paio di scarpe da calcio coi tacchetti appese al chiodo) Ivan Luca Vavassori, ex portiere della Pro Patria e del Legnano, annuncia la sua decisione di dire addio al calcio e partire per il fronte ucraino. Per andare a combattere come foreign fighter al fianco delle milizie di Kiev.

La storia di famiglia nella Pro

L’ex calciatore, figlio di Pietro Vavassori, titolare dell’Italsempione e sino al 2015 patron della Pro Patria, e Alessandra Sgarella, rapita dalla ‘ndrangheta nel 1997 e rilasciata 9 mesi dopo a Locri, nel settembre 1998, sta combattendo contro i russi (l’ex portiere è di origine russa e fu adottato all’età di 5 anni) con il nome di battaglia Black Eagle.

La guerra di Black Eagle

Su Tik Tok Vavassori ha documentato tutto. Dalla sua decisione di partire: “E’ una decisione difficile ma può salvare delle vite. Non possiamo lasciarli soli“, al viaggio insieme ad altri foreign fighters sino a Leopoli: “Usa, Inghilterra, Irlanda, Italia, Cecenia, Francia, Germania. Veterani ed ex militari per un sostegno al 100%. Here we are Ukraina. Un viaggio infinito”. Quindi lo “smistamento” in direzione Kiev: “Siamo una famiglia e assieme viviamo e moriamo. Un onore essere venuto a dare la mia vita per queste persone fantastiche. Fck Putin” e la decisine di non firmare con l’esercito regolare ucraino: “Il contratto prevede che dovremmo restare sino a quando non cesserà lo stato di allerta. Potrebbero volerci anni“.

Siamo tutti vivi. Fck Putin

Quindi la battaglia: “Siamo ormai accerchiati – dice nell’ultimo video postato – ci stanno bombardando da tutte le parti ma siamo ancora vivi”. E ancora: “Le forze nemiche arrivano da tutte le parti, ci stanno bombardando, non tanto con la fanteria ma bombardandoci ovunque. Stiamo cercando di rispondere da lontano, per il resto abbiamo avuto un po’ di scontri, qualche morto loro, dei nostri fortunatamente solo due feriti”, ha spiegato in un video dopo aver detto: “Un’altra postazione russa conquistata…ora i russi ripiegano lontano da Kiev”. Da alcuni giorni Vavassori non postava più nulla. Un fiocco nero in segno di lutto come immagine del profilo Facebook e una croce nera con la scritta goodbye Black Eagle aveva destato moltissima preoccupazione. Preoccupazione scioltasi ieri, domenica 20 marzo, quando con un post l’ex portiere ha rassicurato tutti: “Ciao a tutti sto bene. Siamo tutti vivi. Un saluto dall’Ucraina”.

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