Da Cairate al Donbass per combattere con Putin. Carugati, il foreign fighter varesotto

CAIRATE – Da vigilantes in un centro commerciale lombardo a miliziano in Donbass per combattere al fianco di Putin. La parabola di Gabriele Carugati, 32 anni, figlio della dirigente leghista di Cairate Silvana Marin, nome di battaglia Arcangelo, inizia nel 2014 quando rotti gli indugi volò in Ucraina per unirsi alle milizie filorusse nel Donbass. Nella contesa regione dell’Ucraina nel 2014 scoppiò la guerra civile dopo che la Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk proclamarono l’indipendenza. La madre all’epoca si disse “orgogliosa” della scelta del figlio.

Foreign fighters e mercenari

Da almeno quattro anni Carugati, che è stato addestrato e poi arruolato, si trova stabilmente nel Donbass. Dal suo profilo Facebook, oggi silente, postava foto con mimetica e armi, dichiarandosi pronto a combattere per la grande Madre Russia guidata da Putin. E’ di fatto considerato un foreign fighter.

Il mandato d’arresto italiano

Carugati, ad oggi, non avrebbe lasciato le zone di guerriglia. Anche perché in Italia non ci può tornare. Nel 2018 il Tribunale di Genova ha ordinato per lui e altri 5 italiani l’arresto per “arruolamento o armamenti non autorizzati al servizio d’uno stato estero”, reato punito con pene tra i 4 e i 15 anni. Restare nel Donbass gli permette di schivare la giustizia italiana.

Italiani soldati contro Kiev

Per il procuratore capo di Genova e il pm antiterrorismo Carugati, così come gli altri indagati, non ha scelto la guerra solo per un ideale, ma ha ricevuto un compenso per stare al fronte ed è ritenuto “pericoloso” per la dimestichezza con le armi mixata alla solidità dei rapporti internazionali. Una tesi rafforzata dalla denuncia, nel 2017, dell’ambasciata ucraina, che segnalava la presenza di una trentina (in quota estrema destra) di italiani divenuti soldati contro Kiev.

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