Busto grida “No alla guerra”. Le donne della comunità ucraina: «Ce la faremo»

BUSTO ARSIZIO – Un potente “no alla guerra” dal presidio per la pace organizzato dal comitato antifascista di fronte al Tempio Civico stamattina, 27 febbraio. Si fa sentire anche la comunità ucraina di Busto: «I nostri fratelli e padri stanno combattendo. Ce la faremo». Una manifestazione molto partecipata, con il microfono aperto e la musica, dai canti ucraini per la libertà a “C’era un ragazzo”, intonata come ha fatto qualche sera fa in piazza Maggiore a Bologna Gianni Morandi. Elis Ferracini, in rappresentanza del comitato antifascista, non ha rinunciato a criticare il «silenzio imbarazzante della maggioranza» che governa la città, i cui esponenti si sono tenuti alla larga dal presidio.

“Voci per la pace”

Il presidio “Voci per la pace” è stato organizzato dal comitato antifascista di Busto Arsizio insieme ad Anpi, PCI, Sinistra Italiana, Sinistra Chiara, Delfini Birichini, sindacato Adl, con l’adesione di Amici di Angioletto Castiglioni e Circolo Gagarin e la partecipazione di esponenti politici del Pd, come il capogruppo Maurizio Maggioni e l’ex presidente del consiglio comunale Valerio Mariani, ma anche l’ex consigliere di sinistra Salvatore Vita. In prima fila una folta rappresentanza della comunità ucraina del territorio, soprattutto donne, arrivate con un bandierone giallo e blu e con cartelli contro l’aggressione di Putin.

La voce della comunità ucraina

Una di loro, tra le più giovani, si è fatta portavoce della comunità, intervenendo al microfono: «I nostri amici, i nostri fratelli, i nostri padri stanno combattendo senza niente, solo con la forza – le parole dette con voce rotta dalla commozione – perché non siamo un popolo che si arrende. Come siamo venuti qua in Italia senza sapere una parola, così anche a casa nostra sappiamo darci da fare. Davvero il mondo non può fermare una persona sola? Io credo di no, io credo che ce la faremo».

Il ponte tra Busto e l’Ucraina

Tra i presenti anche Antonio “Pedela” Tosi, il presidente dell’Aubam che da anni accoglie a Busto i bambini di Chernobyl e che proprio questa mattina, nei panni del Tarlisu, avrebbe dovuto ricevere dal sindaco Emanuele Antonelli le chiavi della città, cerimonia annullata proprio per rispetto della crisi ucraina. Durante il presidio Tosi ha chiamato al telefono i suoi contatti in Ucraina: «Erano rinchiusi in cantina, con i bombardamenti in corso nella loro città».

«La maggioranza dov’è?»

Come al solito in queste manifestazioni fanno rumore anche le assenze. Stigmatizzate dal comitato antifascista quelle della maggioranza di centrodestra, non tanto al presidio quanto in generale sulla questione ucraina: «Un silenzio un po’ imbarazzante, forse non se ne sono accorti oppure al loro interno hanno visioni da entrambe le parti della crisi – le parole di Elis Ferracini – la Busto pacifista democratica, antifascista e contro la guerra è qui. Facciamoci un grande applauso, alle coscienze che si muovono». Meno polemico Maurizio Maggioni, capogruppo PD, che prova a guardare avanti e invoca una mobilitazione bipartisan sull’Ucraina. Tra le altre voci, il presidente dell’Anpi di Busto Liberto Losa ricorda che «l’opinione pubblica deve fare la sua parte», mentre Anna Longo, per gli Amici di Angioletto, dice «chapeau all’Ucraina, una formica contro un colosso. Ma ce la possiamo fare».

busto arsizio presidio ucraina – MALPENSA24