Calenda ai giovani: «Dovete rompere le palle». Sul Pnrr: «Non è la lotteria»

BUSTO ARSIZIO – «Dovete combattere per la formazione, la cultura, lo stipendio, il futuro. Non per il cazzeggio ideologico». Il leader di Azione Carlo Calenda, a Busto Arsizio della serata conclusiva del festival di Politics Hub, non delude le aspettative e parla senza peli sulla lingua ai giovani che lo hanno chiamato sul palco del teatro Sociale. «Dovete rompere le palle – il suggerimento dell’eurodeputato, già candidato sindaco di Roma, rispetto alla questione giovanile in Italia – una sola cosa potete fare, battervi e colonizzare un partito». E annuncia che «se i sindacati confermeranno lo sciopero» per l’anticipo pensionistico, «anche noi scenderemo in piazza. Ma con una mobilitazione per i giovani. Perché tutti sanno benissimo che tra vent’anni saranno tutti con il sedere per terra perché nessuno pagherà le pensioni, ma l’Italia ha speso un’iradiddio per quota 100, che non ha mandato nessuno in pensione e che ha tolto soldi che potevano andare ai tagli fiscali e agli Its».

Largo ai giovani

Il tema del festival è “Liberare energie per la nuova generazione” e Carlo Calenda ha una piattaforma per il futuro che guarda ai giovani. «La battaglia va fatta spiegando ai genitori che o diamo ai giovani la possibilità di fare un salto, dalla formazione agli stipendi, oppure dovranno essere loro a mantenerli». Anche sulla finanziaria Azione è pronta ad entrare nel merito: «Un esempio? Oggi c’è un problema di salario medio dei giovani – rimarca Calenda – il 60% degli under 25 prende meno del reddito di cittadinanza, il 40% per la fascia dai 25 ai 29. È chiaro che o se ne vanno via dall’Italia o prediligono il Rdc. Ma il taglio del cuneo fiscale del 100% fino a 25 anni e del 50% da 25 a 30 anni costa 5,5 miliardi, sugli 8 di tagli alle tasse che il governo Draghi ha previsto in manovra. Noi proporremo di dare questi soldi ai giovani, anche perché li spenderebbero dando un booster molto più forte all’economia, ma l’emendamento non passerà, perché voi giovani siete pochi e di voi non gliene può fregar di meno a nessuno. Siete irrilevanti dal punto di vista numerico. Si parla tanto dei giovani ma nessuno fa niente di concreto». Nel mirino c’è la politica che non fa: «Problema di mentalità? No, di volontà di farsi un “sedere” così – ammette Calenda – la non decisione, il proclama che non muta niente della realtà, e pochissima cura all’implementazione e alla gestione, perché la politica si limita allo scontro destra-sinistra. Ma se non fa accadere le cose la politica è rumore».

Il PNRR

Anche sul PNRR l’europarlamentare romano invita a non lasciarsi prendere dall’entusiasmo: «Il livello di condizionamento di quei fondi è enorme, non è la lotteria di Capodanno. Io ad esempio farei una battaglia per tagli fiscali mirati su transizione ecologica e digitale. Perché così si incentiva l’imprenditore che investe e decide su quale tecnologia, come Industria 4.0, invece di bandi in cui i ministeri decidono tutto perché hanno potere politico di intermediazione. È il meccanismo che inquina da sempre tutta la gestione dei fondi pubblici».

La politica locale osserva

In prima fila il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, la vicesindaco Manuela Maffioli, l’assessore alle politiche educative Daniela Cerana e l’assessore al bilancio Maurizio Artusa, ma anche l’ex sindaco Gigi Farioli, che dopo Calenda è stato il candidato di centro più votato alle ultime amministrative, e in platea diversi rappresentanti locali di Azione, tra cui l’ex deputato di Gallarate Angelo Senaldi. «Busto laboratorio politico? No, alle amministrative abbiamo fatto degli accordi come a Roma dove nella mia lista c’era Italia Viva – chiarisce Calenda sul sostegno di Azione alla coalizione di centro di Farioli – la scommessa non è mettere insieme più sigle, ma mettere insieme elettori e militanti. Per fare quello che facciamo in Europa, mettere insieme socialdemocratici, liberali e popolari in una coalizione europeista che porti Mario Draghi a continuare a governare dopo il 2023».

Tovaglieri e gli altri

La seconda parte della serata è dedicata ai temi della politica estera e dell’immigrazione, con gli eurodeputati della Lega Isabella Tovaglieri e di Forza Italia Massimiliano Salini (Brando Benifei del PD ha dato forfait) e con l’ex deputato Paolo Alli, consulente di Giorgetti al Mise, e il giornalista Gianni Borsa. L’enfant-du-pays Tovaglieri usa parole molto pragmatiche sul tema dell’immigrazione: «Io sono contraria alla costruzione dei muri perché non è una soluzione efficace nel lungo periodo, ma spesso mi trovo a difendere gli Stati membri che li promuovono perché è l’unica risposta rispetto alla totale assenza di prospettiva e soluzioni strutturali da parte dell’Europa sul tema dell’emergenza immigrazione. Da leghista dico che ci vuole più Europa in tema di immigrazione e politica estera».

Lavoro, tecnologie, salute leve per la ripresa al Festival di Politics Hub

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