Candidati sindaci a confronto a Busto, ma il dibattito non si “accende”

BUSTO ARSIZIO – Sold out al teatro Sociale per l’unico confronto pubblico in presenza tra i sei candidati sindaci, tutti presenti, organizzato dai giovani di Politics Hub. Prevale il fair play e le scintille sono pochine. Il centrodestra viene attaccato da Maggioni, che esplicitamente chiede ai bustesi «un cambio di orientamento e di accordi politici», mentre Farioli e Castiglioni non rinunciano alla loro vocazione di moderati. Alla fine l’applauso metro della sala premia più di tutti il sindaco Antonelli, ma in platea c’erano le inevitabili claque dei candidati e dei supporters. La prova del nove sarà solo domenica e lunedì alle urne.

Il confronto

«È mancato il “sangue”» rivela fuori dal teatro un candidato consigliere al termine del confronto. Il format, all’americana, è pensato per ragionare e approfondire temi concreti. Due domande personalizzate per ciascun candidato sui temi scelti da Politics Hub, ambiente e giovani, con tre minuti di timer a disposizione per rispondere, seguiti da un appello al voto da un minuto e mezzo per ciascuno. Tutto molto “polite”, come nello stile dell’associazione giovanile, a cui va dato il merito di aver messo sullo stesso palco tutti e sei i competitor per la poltrona di sindaco. Però, nell’unico confronto pubblico in presenza di una campagna elettorale in cui si sono finora tenuti a distanza, dai candidati sindaci ci si attendeva perlomeno qualche scintilla in più. E invece l’unico momento di vera contrapposizione si è avuto quando Laura Bignami, rivolgendosi al prevosto monsignor Severino Pagani in prima fila come spettatore, ha chiesto di «aprire a tutti gli oratori vuoti». Beccandosi i rimproveri che hanno messo d’accordo l’ex sindaco Gigi Farioli («gli oratori sono sempre stati aperti a tutti, e vivaddio che ci sono») e l’attuale primo cittadino Emanuele Antonelli. («Ha toppato»).

Ambiente

Il primo giro di domande è sulle tematiche ambientali. Antonelli rivendica «la raccolta differenziata passata dal 60 a 70% con la mia amministrazione» e definisce «un orgoglio la creazione di Neutalia società pubblica con soli 3 soci, grazie alla quale vedo un futuro roseo che ci ha già permesso di passare dall’inceneritore al termovalorizzatore». Maggioni punta sull’«obiettivo europeo di abbattimento del 55% della CO2», proponendo di «facilitare l’uso del trasporto pubblico» e di adottare «una politica puntuativa della raccolta rifiuti». Castiglioni rilancia il progetto dei «pannelli fotovoltaici a copertura del mercato», Guzzo chiede di «rivoluzionare l’assetto della città», con verde e rigenerazione, perché «non basta qualche albero in mezzo alle rotonde», mentre Bignami accusa sull’inceneritore: «Busto ha già dato per 50 anni. E se facendo i bravi arriviamo al 90% di riciclo ma poi “importiamo” i fanghi, dove vogliamo andare?». Chiude Farioli ricordando che «l’inquinamento non paga dazio alle frontiere, perciò Busto deve tornare ad essere punto di riferimento del territorio. E deve rifare il patto dei sindaci, come già nel 2015 con chiari obiettivi, e monitorarlo».

Giovani

La seconda tornata di domande è sulle politiche per i giovani. Castiglioni promette di «ascoltare i giovani con continuità. Aiuteranno loro l’amministrazione a rendere smart la città». Guzzo propone «una consulta giovanile e il battesimo civico per sperimentare cosa vuol dire essere cittadini». Antonelli vuole «sopperire al problema delle imprese che lamentano la mancanza di personale formato», con iniziative come «salone delle professioni, tavolo permanente dello sviluppo territorio, nuovi ITS e terzo polo dell’Università dell’Insubria», ma anche «un assessorato ai giovani». Farioli ha «un rimpianto» da colmare rispetto alla sua esperienza da sindaco, ed è quello di «un centro di giovani gestito da giovani», così pensa a strutture multifunzionali digitalizzate da affidare «in forma singola, associata o cooperativistica» e da ricavare nelle aree dismesse per fare «aggregazione, tutoraggio, coworking e smart working, far crescere startup». Maggioni è pronto a «dare ai giovani obiettivi credibili di lavoro, come educazione alla legalità, partecipazione, creatività». Bignami infine punta sulla «rete per una feliCittà» e sogna una «Casa della cultura, un posto dove tutte le diverse culture presenti in città possano condividere le loro usanze e conoscersi».

Gli appelli finali

Esordisce Laura Bignami: «Sogno di cambiare la modalità di fare il sindaco. Dev’essere di tutti, non solo di una parte, e sapere cos’è la Costituzione e il rispetto».

Gigi Farioli invoca «un cambio di paradigma: si può sognare una città con tante vocazioni. Città della famiglia, valutando costi e benefici di ogni scelta, città dello sviluppo sostenibile e senza barriere. E capitale di un territorio che recuperi il protagonismo di imprenditori mecenati con i piedi per terra e la testa oltre le nuvole».

Maurizio Maggioni va dritto al punto: «È il metodo nel fare che conta, non solo il fare. Serve un cambio di orientamento politico e di quegli accordi che ci hanno dato giunte che ci hanno fatto arrivare a risultati soddisfacenti. Noi vogliamo, e possiamo, fare meglio».

Chiara Guzzo sollecita «una città inclusiva, che comprenda tutti. Che non sia un parco giochi e che dia importanza alle fasce deboli, alle donne e ai giovani».

Gianluca Castiglioni prospetta «una città in cui l’amministrazione possa comunicare con il cittadino e senta i pareri di tutti, anche le istanze della minoranza, cosa che purtroppo non è avvenuta in questi cinque anni».

Il sindaco Emanuele Antonelli si dice «fiero dei risultati centrati» e rivendica, da un lato, di aver «portato a casa 68 milioni con i bandi vinti», dall’altro ribadisce che in pandemia «noi c’eravamo, abbiamo sostenuto le associazioni e i cittadini. Ci siamo impegnati e se lo vorrete ci impegneremo ancora».

«Senza confronti non è politica»: a Busto l’unico dibattito dai giovani di Politics Hub

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