Canegrate contro l’inceneritore ex Accam: «Spegnerlo e programmare la chiusura»

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LEGNANO – Si infiamma il dibattito politico-amministrativo sull’inceneritore di Borsano dopo l’incendio di lunedì scorso, 11 aprile. Il sindaco di Canegrate, Roberto Colombo, ha scritto oggi, mercoledì, a Neutalia, Amga e Cap Holding per chiedere di convocare con urgenza i sindaci dei Comuni soci dell’ex Accam per informazioni sull’accaduto e le conseguenti determinazioni. Colombo chiede anche di riunire i comitati di coordinamento dei soci di Amga e Cap Holding.

Non basta: il primo cittadino (uscente) del comune legnanese ritiene «oltremodo opportuno sospendere l’attività e individuare la data certa della lungamente attesa chiusura dell’impianto. Considerato che l’episodio non è purtroppo nuovo – argomenta Colombo – appare necessario che l’azienda fornisca alle Amministrazioni comunali compiute informazioni sull’accaduto, comprese dettagliate comunicazioni relative al soggetto gestore e all’attività da esso svolta, sul rispetto delle prescrizioni Aia (Autorizzazione integrata ambientale, nda) e sulle azioni che si intendono intraprendere per mettere in sicurezza l’impianto e le aree attigue».

Candiani (Magnago): «Neutalia prevenga altri incidenti»

A conferma della trasversalità politica dei contrari a proseguie l’attività dell’inceneritore, a Magnago prende posizione il candidato sindaco del centrodestra, Dario Candiani. «Siamo molto preoccupati dall’ennesimo incidente avvenuto presso lo stabilimento dell’inceneritore di Busto Arsizio – osserva Candiani – Le fiamme che si sono sprigionate hanno sicuramente impressionato e allarmato numerosi cittadini e rappresentano una ennesima situazione negativa riguardante la storia di questo inceneritore. Mi aspetto e ci aspettiamo – conclude il candidato alle elezioni comunali di giugno – che l’attuale Amministrazione e la dirigenza di Neutalia, che hanno scelto di sostenere la continuità dell’attività di incenerimento, ponga le giuste azioni e verifiche per accertare le cause ed evitare ulteriori incidenti presso lo stabilimento».

Brumana: «Fermare tutto subito, basta volerlo»

Il consigliere comunale legnanese Franco Brumana, infine, se la prende con il sindaco di Legnano per non aver seguito l’esempio di quello di Busto Arsizio che dopo l’incendio di lunedì ha invitato i cittadini a evitare la permanenza prolungata all’aperto e a chiudere le finestre. «Analogo invito sarebbe stato doveroso verso i cittadini di Legnano delle zone di San Paolo e Mazzafame. Secondo l’Arpa – rileva poi il consigliere civico – l’incendio sarebbe partito dall’impianto di triturazione delle gomme, dei materassi e di altri rifiuti ingombranti e si sarebbe esteso agli altri rifiuti stoccati nel piazzale in un’area “autorizzata”. In realtà l’autorizzazione vietava questo stoccaggio. Arpa purtroppo ha sottovalutato anche altre 12 violazioni dell’Aia che avrebbero comportato per un privato qualsiasi l’immediata cessazione coattiva dell’attività.

«Neutalia – prosegue ancora Brumana – ha dichiarato che ha pianificato un investimento di 450.000 euro per la messa in sicurezza e rispettare finalmente le prescrizioni riguardanti la copertura e la realizzazione di zone separate dei rifiuti. Confessa quindi che ora l’inceneritore non è in condizioni di sicurezza e ciò nonostante prosegue la sua attività. Questo comportamento spregiudicato e illegale è ben noto ai soci di Accam, Amga, Cap Holding e Agesp, che lo condividono e fingono di ignorarlo. I sindaci di Busto e di Legnano avrebbero la possibilità concreta di imporre la sicurezza e la legalità. È solo questione di volontà politica».

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