Carignola sulla giunta: «PD generoso, altri meno. Ci aspettavamo di più»

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VARESE – Non è esattamente la giunta che sognavano i piddini. Tanto che nel Partito Democratico non sono mancati i mal di pancia. E il segretario cittadino dei dem, Luca Carignola, non nasconde il fatto che le attese sono andate un po’ deluse. Però usa il “buscopan” della continuità, «perché era importante garantirla. Certo, rispetto al risultato, il nostro partito è sotto rappresentato nella squadra di governo. Però è anche vero che abbiamo mantenuto la guida di tre assessorati di peso».

Luca Carignola, soddisfatto della giunta disegnata dal sindaco Galimberti?
«Direi di sì (dice Carignola dopo aver tirato un sospiro ndr). Mi pare però evidente che il Partito Democratico sia sotto rappresentato rispetto al risultato elettorale ottenuto. Credo che questo sia un dato oggettivo».

Quindi come Partito Democratico vi aspettavate di più? 
«La prima cosa che ci aspettavamo era la continuità rispetto alla prima giunta Galimberti. E questa è stata garantita. Sono stati confermati i nostri tre assessori alla guida di settori di peso e strategici. Dopo di che è opportuno sottolineare che il PD ha dimostrato grande senso di responsabilità e generosità. Cosa che non si può dire per altri».

Il suo sembra un rimprovero: al sindaco, oppure a chi, sulla base dei freddi numeri, avrebbe dovuto avere meno? 
«E’ una constatazione, tutto qui. Dopo di che, Davide Galimberti continua a godere di immutata stima e fiducia da parte mia e di tutto il partito. E poi si sa, quando si deve trovare la quadra, ci sono sempre interessi contrapposti e molte richieste. A fronte di ciò ci deve essere una componente che sappia dimostrare in maniera concreta di essere più generosa. Ed è il PD, che sotto questo punto di vista è maestro a tutti i livelli e in ogni situazione».

E’ chiaro che bisognerà attendere le mosse amministrative. Però, a prima vista, la seconda giunta Galimberti sembra garantire una continuità amministrativa e una discontinuità politica. Questo “sbilanciamento” al centro è solo apparente? 
«Dipende dal punto di osservazione. Personalmente vedo con favore l’ingresso in giunta di Enzo Laforgia alla guida della Cultura. Certo sono dispiaciuto per Dino De Simone e attendo, prima di un giudizio politico, di vedere all’opera la squadra. Perché, alla fine, saranno i risultati a determinare il giudizio».

Intanto dovrà “curare” i mal di pancia di chi, dentro al PD, non è soddisfatto del risultato della giunta. Come farà?
«I malumori ci sono e ci stanno. Ripeto, a fronte dei voti che abbiamo ottenuto si sono create una serie di aspettative. Ma non credo che ci siano militanti bisognosi di “cure” particolari. Anzi, vedo un gruppo motivato e, anche chi non è stato eletto mi ha confermato grande disponibilità a lavorare per sostenere il sindaco, la giunta, l’amministrazione. E a impegnarsi per Varese».

Ora resta aperta la partita della presidenza del consiglio. La chiederete ufficialmente? 
«Parleremo con il sindaco e faremo una serie di valutazioni in maniera collegiale. Ma il nostro atteggiamento non cambierà, ovvero non batteremo i pugni sul tavolo per questa posizione. Non è il nostro stile, però ci aspettiamo una figura che sappia essere rappresentativa di tutto il consiglio. Anzi di tutta la città».