Malore per il sindaco di Casorate: «Ora sto bene, troppo stress»

Dimitri cassani casorate malpensa

CASORATE SEMPIONE – Ora sta bene ed è tornato a casa. Il sindaco di Casorate Sempione, Dimitri Cassani, ha rassicurato tutti i cittadini dopo il ricovero di sabato scorso, 30 ottobre, in ospedale a Gallarate, conseguenza di un improvviso malore che ha suggerito degli esami di controllo. Alcune righe, pubblicate sui social, per spiegare quanto accaduto «dopo la marea di messaggi, auguri di pronta guarigione e dimostrazioni di vicinanza pubbliche e private», dice. Di preciso, cosa sia successo «non lo so e non lo sanno con certezza nemmeno i sanitari, con buona probabilità ci ha “messo lo zampino” l’alta esposizione a livelli elevati di stress, unito alla mole di lavoro che nonostante tutto porto avanti da solo, provocando un cedimento improvviso». Fortunatamente, solo un brutto spavento, che ovviamente ora obbligherà ad avere ritmi «slow».

La vicenda

Un messaggio per «ringraziare tutti quelli che si sono presi cura di me», racconta Cassani. Ma anche per «sgomberare il campo dalla ridda di voci più disparate che si sono rincorse in paese». Come si è svolta la vicenda? «Sabato mattina, in comune, un amico è passato a trovarmi e mi ha visto “strano”, ritendendo fosse il caso di chiamare l’ambulanza». Lo staff medico ha quindi visitato il sindaco ma «non ha ravvisato anomalie tali da richiede l’accesso al pronto soccorso». Se non fosse che, rientrato a casa, «mia moglie, che mi conosce bene, ha notato ancora qualcosa che non andava: ha chiesto l’aiuto del mio vicino, il dottor Luca Pellizzaro che, dopo aver colloquiato con me, ha ritenuto assolutamente indispensabile farmi portare al Ps di Gallarate». Da qui, la visita di accertamento – eseguita da un cardiologo, «data anche la patologia di cui soffro» – durante la quale «ho avuto un malore, questa volta evidente». I medici presenti si sono subito attivati per garantire la sicurezza del primo cittadino e «hanno risolto in modo immediato e ottimale l’evento acuto, eseguendo poi tutti i necessari accertamenti per escludere danni fisici e ulteriori cause di rischio». Inevitabile a questo punto il ricovero «con trasferimento all’ospedale di Saronno vista l’indisponibilità di posti a Gallarate».

Ora si va «slow»

Nei giorni successivi, sono stati effettuati tutti gli ultimi controlli, attraverso un «monitoraggio costante che ha escluso problemi importanti». Fino al rientro a casa. Ora i prossimi passi: «Continuerò con un programma di approfondimento diagnostico nel tentativo di individuare le cause che hanno provocato la reazione importante». Senza dubbio, l’ordine categorico dai medici è di «andare slow, rallentare i ritmi e gestire meglio le emozioni: un consiglio che ho intenzione di seguire, anche perché ho spaventato tante persone e non ho intenzione di rifarlo».

I ringraziamenti

Non mancano i ringraziamenti ai medici del Ps di Gallarate e al «mio angelo custode» Pellizzaro, Ma anche al dottor La Spina, «che ha tenuto i contatti con mia moglie e con l’ospedale di Saronno», e a tutti quelli che «mi hanno curato, supportato e sopportato durante la mia degenza, con una particolare menzione al dottor Roncoroni, che da ex sindaco, ha capito quello che provavo in quei momenti». Fino ai consiglieri e assessori casoratesi, «a cui ho fatto passare un brutto quarto d’ora ma che mi hanno dato quella tranquillità necessaria, derivante dalla consapevolezza che la mia squadra era perfettamente in grado di gestire la mia assenza e che avrei potuto prendermi il tempo per rientrare con la dovuta calma».

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