Cassani: per Amsc 1 milione e 700 mila euro al vento. Grazie al centrosinistra

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GALLARATE – La sentenza che scagiona Nino Caianiello e soci per la presunta malagestione di Amsc, l’ex municipalizzata, suscita una doppia reazione politico/istituzionale: da una parte la soddisfazione che, quanto sostenuto dal centrosinistra, che ha avviato l’azione di responsabilità contro gli ex amministratori della multiutility gallaratese, non trova riscontri giudiziari; dall’altra la preoccupazione e anche la rabbia per dover sborsare 1 milione e 700 mila euro in spese legali, sia per il filone principale della vicenda sia per quanto riguarda la Seprio, una disciolta controllata di Amsc che ha realizzato il posteggio di via Bonomi, attorno alla quale si è pure espresso favorevolmente il tribunale. Spese legali da dividere tra le due sigle: 1 milione e 300 mila per Amsc, 400mila per la Seprio. Soldi dei contribuenti che, a questo punto, vengono gettati al vento.

La giunta valuta le contromosse

Ne valeva la pena intentare una simile azione? Il centrodestra si interroga sulle contromosse: rivalersi sulla giunta di Edoardo Guenzani che ha dato il la ad una procedura che, a questo punto, potrebbe essere considerata temeraria? Oppure fermarsi qui, sborsando quanto indicato dalla sentenza per evitare di pagare ancora gli avvocati? “Stiamo valutando” risponde Andrea Cassani, il sindaco.

“Ora la smetteranno di attaccarci”

“Di sicuro – sono ancora parole del primo cittadino – la vicenda finisce per mettere ulteriormente in ginocchio Amsc, azienda che soffre già per mille altri problemi. I gallaratesi a questo punto possono ringraziare l’esecutivo passato di centrosinistra, che eccepisce su 75mila euro spesi da noi per ripristinare la legalità in via Lazzaretto (sgombero dei sinti, ndr), e poi costringe la città a un simile, enorme, evitabilissimo esborso. Spero che a questo punto i signori della sinistra la smettanno di attaccarci inopinatamente”.

Atto dovuto

Edoardo Guenzani si è sempre giustificato affermando che l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori di Amsc e Seprio era un atto dovuto. Vero? Falso? Secondo alcune interpretazioni si è trattato invece di una sorta di attacco politico e personale, nel tentativo di demolire quanto era stato fatto sino a quel momento. Certo, Amsc non navigava già nell’oro: secondo i firmatari dell’azione di responsabilità, Caianiello, che ne era il presidente, e gli altri amministratori avevano creato un buco di 26 milioni di euro, ragion per cui avrebbero dovuto “pagare il conto”. A questo punto, letta la sentenza dei giudici milanesi, c’è da ritenere che il colossale deficit sia stato determinato da contingenze gestionali e, comunque, non da malagestione.  Il risultato è che ai 26 milioni vanno ora aggiunte le spese legali.  E a pagare è ancora una volta Pantalone.

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