Cassani: “Il Tour in Italia è un’occasione per il Paese e per il ciclismo”

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Davide Cassani è tra le persone che hanno fortemente voluto portare il Tour de France in Italia: ha voluto offrire tutto il suo supporto alla Toscana, all’Emilia Romagna e al Piemonte, convinto che l’Italia del ciclismo e anche quella del turismo, grazie alla storia, alla tradizione e ai grandi campioni, siano in grado di esportare un prodotto di altissima qualità.

«Non ho fatto nulla da solo e tengo a precisare che faccio parte di una squadra che ha lavorato in modo incessante per portare il Tour de France in Italia – ha detto Cassani alla presentazione del Tour a Firenze –: stiamo parlando di uno degli eventi più importanti al mondo ed è un onore e un merito che dobbiamo condividere con Bonaccini e Nardella, che sono le due persone che più di tutte hanno fortemente voluto il Tour de France in Italia. Mi sono adoperato perché conosco questo ambiente e mi sono messo a disposizione per creare un progetto straordinario. Non è la realizzazione di un sogno per me, ma è una soddisfazione grande perché il Tour non era mai partito dall’Italia. Penso che alla fine il ciclismo rappresenti una storia importante e che questo sia il modo migliore oggi, per rendere omaggio a quei campioni che hanno fatto grande la nostra Nazione».

Il Tour de France partirà dalla  Toscana di Gino Bartali e Gastone Nencini, per spostarsi in Emilia Romagna, terra di Marco Pantani e poi si arriverà in Piemonte nelle terre di Fausto Coppi. «Questo è un Tour che non ha un percorso casuale, perché la bellezza e le difficoltà del tracciato ricorderanno i nostri campioni, quelli che hanno lasciato un segno importante in questo sport così straordinario. Attraverso le tappe racconteremo l’Italia, con Bartali, Pantani, Nencini e Coppi che saranno il simbolo di questo Tour. Quando partiremo da Firenze, la corsa  porterà un saluto a casa di Gino Bartali. Attraversando il Mugello ricorderemo Gastone Nencini, un grande del nostro ciclismo. Entreremo poi in Emilia Romagna e a Cesenatico ci sarà la storia di Marco Pantani, mentre in Piemonte il passaggio a Tortona porterà l’omaggio a Fausto Coppi, dove ci sarà anche un mini premio della montagna dedicato a questo campione così unico».

L’Italia sarà sotto gli occhi del mondo: «Queste tappe saranno il modo per far scoprire l’Italia al Tour de France e poi sarà anche il modo di ricordare grandi uomini. Ci sarà Firenze con la sua tappa inedita e un percorso molto impegnativo, grazie a quasi 4000 metri di dislivello nei quali si vedrà sicuramente qualcosa di importante e saremo in grado di capire molto su chi potrebbe vincere la corsa. l corridori dovranno affrontare il Barbotto, salita mitica della Nove Colli, poi San Leo e San Marino a 25 km dal traguardo. Sono convinto che vedremo una frazione veramente insidiosa. Poi con la seconda tappa ci sarà il San Luca da ripetere due volte».

Per il ritorno in Francia, sappiamo che Pinerolo sarà la città di partenza ed è possibile che la Grande Boucle passi per il Sestriere per far rotta verso Briançon. «L’Italia saluterà il Tour con la partenza da Pinerolo, ma non sappiamo il percorso che farà per entrare in Francia, perché sarà Aso a disegnare l’intero tracciato. Quindi ogni ipotesi è aperta e non conoscendo il percorso non posso dire se Sestriere e Briancon ci saranno».

Il Tour non è solo una grande vetrina sul mondo, ma è anche un modo per portare turismo e avere introiti. «Questo evento è stato voluto fortemente da Firenze e dall’Emilia-Romagna che puntano molto sul turismo attivo e sul ciclismo attivo. Parliamo quindi anche di cicloturismo un’attività praticata da migliaia di persone che vengono a pedalare nei nostri territori da ogni parte del mondo. In Romagna abbiamo tantissimi bike hotel e il modo migliore per farci vedere è quello di portare eventi importanti nelle nostre Regioni. Siamo già riusciti ad avere la partenza del Giro d’Italia e quella del Tour de France sarà un ulteriore passo in avanti».

Il turismo sportivo sta dando risultati importanti, incrementando un settore in continuo aumento. «Il cicloturismo è in forte espansione e noi dobbiamo essere in grado di accogliere turisti di ogni Paese. Ai turisti l’Italia piace e vengono a pedalare sulle nostre strade perché i panorami sono bellissimi e c’è la possibilità di percorrere le strade delle grandi corse ed è giusto farsi conoscere attraverso lo sport».

L’Italia è terra di ciclismo, ma oggi non abbiamo squadre nel World Tour e mancano anche i vincitori dei grandi giri. «Il Tour de France è la più grande corsa del mondo e la Francia ha tante squadre e corridori importanti. Purtroppo noi siamo indietro e questo a me fa paura: se guardiamo ai prossimi 10 anni, io vedo i francesi che avranno 5 o 6 squadre importanti con grande possibilità di crescita. Noi ad oggi non abbiamo nessuna squadra nel World Tour e non abbiamo più un serbatoio per i nostri giovani. I ragazzi così perdono la possibilità di passare nel professionismo. Questo è un grande problema, perché quando un giovane comincia a fare ciclismo, ha bisogno di avere degli obiettivi e un traguardo da raggiungere. Quando ero bambino, avevo la Giacobazzi nel mondo dilettantistico e poi avevamo delle squadre per il professionismo. Oggi i nostri giovani non hanno più la possibilità di sognare attraverso una squadra che consenta loro di entrare nel professionismo. Io ce la metto tutta ma è complicato e non basta Davide Cassani a risolvere questo tipo di problemi».

Nel ciclismo internazionale però, ci sono molte aziende italiane che investono in squadre straniere. «Dobbiamo lavorare insieme ed essere uniti e forti, perché solo in questo modo potremo fare una grande team italiano. Dobbiamo impegnarci tutti per dare un futuro ai nostri giovani. Abbiamo tanti sponsor italiani che investono nel ciclismo straniero e io mi faccio la domanda, forse non siamo all’altezza e non siamo credibili per questi sponsor. Sono certo però che il Giro d’Italia e il Grand Depart del Tour possono portare un pizzico di ottimismo anche tra quegli sponsor che vogliono investire nel ciclismo italiano. Se ci credono le Regioni e le Istituzioni, allora dobbiamo dar modo agli investitori di vederci come un mercato sicuro. Il 2024 sarà un anno speciale, non solo perché ci saranno le Olimpiadi, ma perché si celebreranno i 100 anni dalla prima vittoria italiana alla corsa gialla e noi ricorderemo così anche Bottecchia».

Il Natale è alle porte e Davide Cassani ha voluto fare un augurio speciale a tutti gli appassionati. «Se potessi fare un regalo al ciclismo italiano, vorrei portare a tutti strade più sicure, perché questo è un problema importante che non possiamo ignorare. Poi mi piacerebbe gioire come hanno fatto gli argentini con la loro nazionale e vedere gli italiani e le italiane vincere grandi corse. Le nostre ragazze ci sono già riuscite, mentre i ragazzi un po’ meno”.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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