Castellanza, 1 milione di euro da restituire. Chi paga: dipendenti o Comune?

castellanza palazzo brambilla

CASTELLANZA – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, dopo l’ispezione a Palazzo Brambilla, ha quantificato quanto va restituito: un milione di euro poco più. E la cifra è legata alla così detta questione delle mini P.O., ovvero le “Posizioni organizzative”, figure che nella pianta organica di un Comune come Castellanza non sono contemplate. Ma andiamo con ordine, poiché la questione è complessa. Ed è resa ancor più intricata dal fatto che l’intera vicenda ha inizio nel 2008, si dipana su amministrazioni guidati da sindaci differenti e con posizionamento politico opposto, ma soprattutto dal fatto che non è chiaro chi deve pagare. Ovvero: i dipendenti, che hanno ricevuto (senza nulla chiedere, in sostanza) in busta paga più soldi legati “alla promozione”, oppure i vertici amministrativi e politici? Bel tema, reso ancor più fluido dall’assenza di giudizio da parte della Corte dei conti. Che sul tema è come se fosse la Cassazione: potrebbe confermare le irregolarità, stabilire il periodo da sanare, oppure anche confermare in toto quanto appurato dal Mef.

Le irregolarità appurate

Tutto parte (sembrerebbe dopo un esposto) da un’ispezione del Mef. Gli ispettori ministeriali nel 2019 hanno appurato irregolarità nella pianta organica e nei rispettivi compensi. In modo particolare nelle posizioni apicali. Si tenga conto che Castellanza, per numero di abitanti, non può avere tra i dipendenti personale inquadrato come “dirigente”. Semmai “P.O.” (si dice in gergo), ovvero posizione organizzativa, che, qualora prevista, dovrebbero avere “alle proprie dipendenze” un’organizzazione. In caso contrario non avrebbero ragione di essere. Ma a Palazzo Brambilla raccontano che c’erano P.O., ma anche “i vice P.O.”.

A distanza di tempo e a seguito della conclusione dell’ispezione sono state recapitate a una trentina di dipendenti lettere in cui sta scritto la cifra da restituire. Somma che cambia poiché non tutte le P.O. sono state assegnate nel medesimo momento. Ciò significa che c’è chi dovrebbe restituire cifre importanti e chi invece di minor entità.

Chiaro è che, una volta ricevute le missive ministeriali, la questione che ha preso piede è stata: “Chi paga?”. O meglio, chi dovrà restituire i soldi: i dipendenti, poiché hanno percepito una maggiorazione di fatto non dovuta, oppure sindaci, segretario comunale (dell’epoca) e figure apicali di riferimento?

Il dilemma

Il dilemma al momento non ha soluzione. Quel che si sa dell’intera vicenda (tenendo in considerazione che a Palazzo Brambilla nessuno scuce una parola sulla spinosa querelle ndr) è che il Ministero ha inviato lettere anche a Fabrizio Farisiglio, sindaco che con regolare delibera ha dato il via agli “scatti” in pianta organica; all’attuale primo cittadino Mirella Cerini, la quale ha sì commissionato una verifica delle P.O. appena insediata e revocato quanto stabilito dal suo predecessore, ma per un paio d’anni nulla è cambiato; e al segretario comunale di quel tempo. Ed è dalla richiesta di risarcimento in solido contenuta nelle lettere che si può risalire alla somma di tutto rispetto da restituire: oltre un milione di euro. Che al momento non ha “padri” responsabili, ma nemmeno mani da mettere al portafoglio.