Castronno, no alla chiusura della scuola Marconi: genitori contro il sindaco Gabri

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CASTRONNOGenitori in rivolta contro la chiusura della scuola Marconi di Sant’Alessandro e lo spostamento di tutte le classi alla Pascoli, in centro paese: come hanno scritto al sindaco Giuseppe Gabri, la frazione di Castronno, una volta tolto anche quello che ne rappresenta ancora il cuore pulsante, cesserà di vivere. Questo è il testo del comunicato diffuso ieri, venerdì primo luglio:

Buongiorno a tutti, in merito alle comunicazioni fornite dal sindaco alla cittadinanza tramite social nelle ultime settimane, noi sostenitori della scuola Marconi di Sant’Alessandro (cittadini di Castronno, genitori degli alunni frequentanti l’istituto comprensivo De Amicis e i non residenti) vogliamo dare una risposta analizzando ogni aspetto in modo oggettivo.

«Una scuola di soli 70 bambini è poco stimolante e avere un vuoto di classe rappresenta un impoverimento di socialità». A nostro avviso questo può essere un pensiero del tutto personale del sindaco, il quale non ha la qualifica e le competenze adatte a motivare tali concetti. Una scuola piccola e a misura di bambino, come quella della Marconi, al contrario riesce ad assicurare un elevato livello formativo ad ogni singolo studente, un risultato che sarebbe invece molto più difficile da raggiungere in presenza di classi più numerose. Inoltre, già per l’aa. 2023-2024 ci sarebbe un numero di iscritti che consentirebbe la partenza di una nuova classe prima e lo stesso potrebbe accadere negli anni successivi, se non si tiene conto solo dei nati di Castronno ma anche di quelli provenienti dai Comuni limitrofi. Perché ciò avvenga è necessario valorizzare la scuola Marconi, diffondendo e pubblicizzando al massimo la sua offerta formativa così da poter attrarre un maggior numero di studenti.

Secondo il sindaco, le classi della Marconi verrebbero spostate tutte alla Pascoli, la quale non avrebbe più a disposizione degli spazi liberi per poter fare laboratori e altre attività educative. Inoltre, non essendosi ancora conclusa la pandemia, come si riuscirebbe a mantenere il distanziamento se dovesse risultare nuovamente necessario e obbligatorio, soprattutto in presenza di classi affollate?

Il sindaco, inoltre, non tiene in considerazione il fatto che molti genitori, per motivi diversi e personali, non sposteranno i figli alla scuola in centro paese, di conseguenza il numero di studenti calerà, le classi in essere subiranno un rimescolamento insieme alle insegnanti, alcune delle quali rischieranno anche la perdita del posto (soprattutto le più giovani). A rischiare il posto di lavoro non saranno solo i docenti, perché la diminuzione degli alunni dell’intero istituto comporta la diminuzione di tutto il personale Ata. Da tutto questo ne deriva un essenziale impoverimento e una grande perdita di valore della scuola Pascoli in primis e delle altre scuole.

Il sindaco si è chiesto se ha senso avere una scuola con così pochi bambini e che diminuiranno sempre di più a causa del calo demografico e noi ci chiediamo come mai, seguendo lo stesso ragionamento, l’amministrazione comunale ha presentato un progetto per realizzare una nuova scuola in sostituzione alla Pascoli per un valore di 6.000.000 euro (il sindaco stesso si è premurato di avvisare la popolazione con un post su Facebook datato 23 febbraio 2022) e un altro per costruire una nuova mensa scolastica da 940.000 euro? Se non nascono bambini perché fare grandi progetti?

Ragionando invece su cifre decisamente più basse, la chiusura della scuola Marconi consentirebbe un risparmio annuo di 30.000 euro che verrebbero destinati alla scuola Pascoli. Ci chiediamo: cosa ne sarà dell’edificio di Sant’Alessandro? Che progetto ha l’amministrazione comunale? Che ne sarà dell’ambulatorio medico? Se è prevista una nuova destinazione d’uso, per evitare il totale abbandono e degrado della struttura, il Comune dovrà comunque affrontare delle spese per il suo mantenimento. Quindi di quei 30.000 euro risparmiati, quanti ne andranno effettivamente alla Pascoli?

La cittadinanza e i genitori avrebbero piacere a incontrare il sindaco pubblicamente per un confronto civile e democratico ma dall’ultimo video, pubblicato su Facebook, il primo cittadino si è dimostrato disponibile solo all’incontro con singole parti, in quanto sostiene che riunioni con più partecipanti porterebbero confusione. Siamo convinti che il confronto sia un’opportunità per l’amministrazione comunale di comprendere i bisogni dei suoi cittadini.

I cittadini di Sant’Alessandro purtroppo corrono il rischio di vedere distrutto in poco tempo ciò che i loro avi hanno costruito ben più di cent’anni fa. Un pezzo di storia, di tradizione e di amore per la propria terra verrebbe completamente cancellato. La frazione, una volta tolta anche la scuola che ne rappresenta ancora il cuore pulsante, cesserà di vivere, si spopolerà lentamente e si trasformerà in un quartiere dormitorio e anonimo. Come può il sindaco non considerare anche questi aspetti? Senza la nostra storia non siamo nessuno, diventiamo numeri!

Solo su una frase siamo d’accordo: la scuola non è solo una struttura ma è molto di più.

Per noi la scuola è un bene prezioso, di tutti e per tutti, è un patrimonio comune da salvaguardare, fatta da persone e non da numeri!

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