La battaglia del farmacista di Cavaria per fornire bombole per l’ossigeno. «Sparite»

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CAVARIA CON PREMEZZO – Tra bombole per l’ossigeno diventate merce rara e gorgogliatori introvabili. Ai malati Covid “manca l’aria”. Letteralmente. Il quadro della situazione tratteggiato da Gabriele Nobili, titolare con la sorella Luisa, dell’omonima farmacia di Cavaria con Premezzo, è per certi aspetti preoccupante, per altri «desolante». Spiega il farmacista: «Sotto il profilo dell’umana natura e del mancato controllo per impedire certi comportamenti tipici del libero mercato che, in un contesto di pandemia e morte come l’attuale, andrebbero fermati».

Probabilmente siamo l’epicentro

Lo spunto per una riflessione che ha il sapore di una denuncia arriva da un post. Quello pubblicato da Nobili nel quale ringraziava un suo collaboratore, Maurizio Maniero, per aver fatto i salti mortali per trovare bombole d’ossigeno e per essere riuscito nell’impresa di dare aria a quasi tutti coloro che ne avevano bisogno. E’ un quadro in linea con il dato fornito dal direttore sanitario dell’Asst Sette Laghi di Varese Lorenzo Maffioli a Quarta Repubblica: «Probabilmente siamo l’epicentro, un dato quantitativo che può essere preso come unità di misura è il consumo di ossigeno. Attualmente stiamo consumando 18mila litri di ossigeno al giorno, gli ospedali maggiormente colpiti durante al prima fase pandemica ne consumavano 11mila al giorno».

I “buchi” dell’assistenza domiciliare

Di bombole d’ossigeno c’è una fortissima richiesta, dunque, anche per quei pazienti che vengono curati a casa. Non parliamo di asintomatici o paucisintomatici,  naturalmente. E l’esperienza di Nobili va ad inquadrarsi in un disegno complessivo che mostra le corde dell’assistenza domiciliare: «Le ormai famose Usca o non sono state attivate o lo sono state in minima parte. A Cavaria è stata organizzata una rete per portare sostegno a chi è in casa malato di Covid». Una rete che conta sul Comune, con il sindaco Franco Zeni in prima linea, sulle giovani dottoresse del paese, sui farmacisti e la protezione civile.
E si torna alle bombole: «Da marzo abbiamo iniziato a recuperare le bombole tenute in casa da pazienti non Covid e con patologie non gravi. Persone abituate, prima della pandemia, a conservare in casa la bombola dell’ossigeno come altri tengono in casa il Moment. Quando i numeri sono scesi, in primavera e in estate, abbiamo tenuto alcune bombole in magazzino trovate da grossisti che le concedevano con una sorta di comodato d’uso, anche se non è il termine completamente esatto. Con la seconda ondata ci siamo attaccati a telefoni e pc cercando e riuscendo, alla fine, a trovare ossigeno per quasi tutti coloro che ne avevano bisogno».

Lo scandalo dei gorgogliatori

Ma una bombola d’ossigeno è quasi completamente inutile senza un gorgogliatore. Si tratta di quella sorta di bottiglia con acqua che collegata alla cannuccia o alla forcella nasale consente all’ossigeno di arrivare a destinazione per dare sollievo al paziente. E qui la testimonianza diretta di Nobili rivela un dettaglio incredibile: il gorgogliatore è la nuova mascherina. Se durante il primo lockdown di marzo e aprile le mascherine erano introvabili ovunque se non online e vendute a prezzi da sciacalli, oggi la stessa sorte tocca ai gorgogliatori.
«Dai fornitori, anche di grosse aziende, sono introvabili. Almeno questo è il dato che stiamo rilevando – spiega Nobili – Alla mal parata ho pensato di procurarmene una fornitura attraverso altri canali». Ovvero attraverso i colossi della vendita online. E così come accaduto per le mascherine, «ho trovato questi pezzi, che normalmente costano al massimo 8 euro, venduti a 15 o 20 euro», dice Nobili con un misto di rabbia e incredulità. «Speculare sulla salute, lucrare sulla vita delle persone, è intollerabile. Ma perché nessuno controlla? Perché il Governo o chi per esso non interviene per calmierare i prezzi? Con le mascherine è accaduto troppo tardi. Perché oggi non si va a controllare chi si comporta in questo modo? Il libero mercato è sacrosanto: grande richiesta, pezzi introvabili, costi che lievitano. Ma in questa situazione, sapendo a cosa e a chi servono questi gorgogliatori, queste forcelle nasali, è un comportamento che non può essere tollerato».

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