Varese è l’ospedale con più ricoverati Covid d’Italia. Dentali: «40% sono gravi»

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Il professor Francesco Dentali, direttore Dipartimento di Medicina interna all’Ospedale di Varese

VARESE – Un triste record per l’ospedale di Circolo di Varese: è il presidio con più ricoverati Covid d’Italia, 543. E di questi il 40% in condizioni gravissime, intubati, oppure con il casco o la mascherina per l’ossigeno 24 ore su 24. E’ drammatico il quadro che Francesco Dentali, presidente eletto della Fadoi, la società scientifica degli internisti e direttore di dipartimento di Medicina interna all’Ospedale di Circolo di Varese, traccia nell’intervista di Paolo Russo pubblicata oggi, martedì 10 novembre su La Stampa.

Dentali senza troppi giri di parole rivela: «Possiamo resistere ancora pochi giorni, poi non potremo fronteggiare più adeguatamente nemmeno le emergenze».

I numeri

Il primario del Circolo, nell’intervista, racconta che ci sono 543 pazienti Covid, ovvero il doppio dello Spallanzani di Roma. Di questi, 40 sono in terapia intensiva intubati, il numero più alto in Lombardia e probabilmente in tutta Italia. In medicina interna ve ne sono ricoverati 427. Sono invece 16 mila i litri di ossigeno consumato in un giornoE in tutti i reparti di area medica sono 503 a fronte dei 250 letti in dotazione. Il che fa capire lo sforzo che ha compiuto l’Asst Sette Laghi per riconvertire interi reparti: «Chirurgia, Ortopedia, Cardiologia – spiega Dentali al giornalista de La Stampa – Ma non sono scelte facili. Stiamo mantenendo tutte le prestazioni che possono essere considerate di emergenza e urgenza. Però siamo costretti a rinviare tutto il resto».

Intensiva quasi al limite

Tutti i reparti sono strategici davanti alla pandemia in corso. Ma l’Intensiva è quello che si è sempre guardato con un occhio particolare. E se fino a qualche giorno la situazione era gestibile, ora la preoccupazione cresce perché «i letti vanno esaurendosi in fretta», prosegue nell’intervista. Spiegando come le priorità sanitarie siano cambiate: vengono rinviati gli interventi chirurgici come la sostituzione di una valvola cardiaca o di un tratto di aorta, quando le condizioni del paziente consentono di rimandare un po’ l’intervento. A parte la chirurgia oncologica, il resto è stato quasi tutti rinviato.

Insomma si combatte e senza sosta, con medici e infermieri che operano su turni di 12 ore, senza mai fermarsi nemmeno per bere o andare in bagno, perché liberarsi dalla bardatura di protezione porta via tempo prezioso per l’assistenza.

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