«Chiudere l’inceneritore e riprogettare Accam con i soldi del Recovery». Idea M5S

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BUSTO ARSIZIO – No a Cap Holding, sì al Recovery Fund. Parola del gruppo regionale del Movimento Cinque Stelle, che alla vigilia della nuova assemblea dei soci di Accam (convocata per giovedì 17 dicembre) torna a chiedere la «chiusura dell’inceneritore di Borsano». L’opportunità del piano Next Generation EU, secondo i pentastellati, permetterebbe di «riprogettare attività veramente sostenibili» sull’area che da quasi 50 anni ospita l’impianto di smaltimento dei rifiuti.

«Cap? Ipotesi che non sta in piedi»

L’intervento di Cap Holding, per il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia, Massimo De Rosa, «al momento è un’ipotesi che non sta in piedi. Difficile che professionisti come quelli di Cap possano in così breve tempo presentare un progetto in grado di avere una minima credibilità. Servono mesi per poter anche solo iniziare a parlare di un piano alternativo del genere, che sia realistico e valuti anche gli aspetti di sostenibilità ambientale ed ecologica». Ecco perché De Rosa si chiede, da un lato, «a quale titolo l’interessamento di quattro degli otto comuni non soci Accam» firmatari della missiva a Cap, e dall’altro «il perché della mancata applicazione della delibera dei soci del 14 ottobre, che identificava la proposta Amga/Agesp da confermare definitivamente entro il 10 dicembre con una nuova assemblea».

Chiudere Accam e riprogettarlo con il Recovery

«Se il gioco è di tirarla per le lunghe e nel frattempo spostare lo spegnimento dell’inceneritore al 2050 come paventato, la posizione del Movimento Cinque Stelle è assolutamente contraria». Oltretutto, ricorda De Rosa, «i nostri portavoce a livello locale e i nostri attivisti dell’Altomilanese si battono da anni per spegnere l’inceneritore. Anche per il Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia è irricevibile qualsiasi ipotesi che prolunghi la vita di un impianto destinato a bruciare rifiuti». Tanto più che oggi, sottolinea il portavoce “grillino” al Pirellone, si può «pensare in grande. Con i fondi che arriveranno in Italia grazie al Recovery Fund potremmo chiudere un impianto ormai obsoleto, come quello di Accam, per riprogettare in quell’area delle attività veramente sostenibili, attraverso le quali creare posti di lavoro e benessere collettivo».

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