Cinema e teatri, il dilemma del 27 marzo. Aprire o no? La situazione a Varese

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VARESE – C’è chi punta ad aprire, in verità molto pochi, e c’è chi si allinea alla posizione dell’Associazione nazionale esercenti cinema, che vede impossibile una riapertura strutturata per fine marzo. La data segnata in rosso sul calendario è quella di sabato 27, giorno in cui, secondo l’ultimo decreto governativo, si potrebbe tornare in sala e nei teatri per proiezioni e spettacoli. Condizionale d’obbligo, perché dopo il semaforo verde, il testo prevede una serie di limitazioni. Che complicano e non poco il compito degli esercenti.

Come si potrebbe riaprire

Primo limite per riaccendere le luci è il “colore” della regione: si apre solo in zona gialla. Poi sono confermate tutte le indicazioni già richieste lo scorso ottobre, come il tracciamento delle presenze, la prevendita online, i posti pre assegnati e distanziati, il disinfettante, le mascherine. Ma è già su queste ultime che arrivano delle varianti. Dovranno essere chirurgiche o ffp2, mentre non andranno bene quelle di stoffa non soggette a certificazioni. E in più dovrebbero «possibilmente essere fornite dal gestore all’ingresso, per garantire uniformità di protezione».

Obbligatoria poi la misurazione della temperatura corporea all’ingresso, capienza massima al 25% (e comunque non superiore a 200 persone al chiuso e a 400 all’aperto), plexiglass in cassa. E poi ancora limitazioni dell’affollamento nei bagni, personale che indossa sempre la mascherina, bar chiusi e divieto di consumo in sala. Artisti e maestranze dei teatri, infine, dovranno sottoporsi a tampone antigenico 48 ore prima dell’inizio della produzione, prove incluse, e ripetere il test ogni tre giorni.

«Condizioni estremamente restrittive – il commento dell’Associazione nazionale esercenti cinema – che non consentiranno l’uscita di nuovi film inibendo la riapertura della maggior parte delle sale, costrette ad una insostenibilità economica dell’attività».

Varese, Gavirate e Saronno. Tanti no alla riapertura

«Non credo sia possibile aprire prima di questa estate», il commento di Giulio Rossini di Filmstudio 90, che gestisce il Cinema Teatro Nuovo a Varese. «La pandemia non accenna a diminuire – le sue parole – e l’apertura dei cinema ci sarà solo quando saremo tutti più sicuri. Ora la gente non esce volentieri neanche di casa; non è solo un problema logistico. Il cinema non è da solo e la riapertura dovrà essere un forte slancio coordinato anche con tutto il resto del mondo culturale». Diverso il discorso per il cinema all’aperto: «A maggio nella tensostruttura dei Giardini Estensi inizieremo la rassegna ambientale “Terre di cielo”, cui seguirà “Esterno notte”».

Opinioni condivise da Vittorio Mastrorilli, impegnato a Gavirate con l’associazione “L’immaginario” e che a Saronno gestisce i cinema “Silvio Pellico” e “Prealpi”: «La data del 27 marzo è simbolica. La condizione oggettiva in cui siamo, però, ci vedrà con tutta probabilità ancora chiusi in casa. Non c’è ottimismo sull’evoluzione e a questo si somma la diffidenza della gente. Al posto di essere un momento di svago e serenità, si rischia che il cinema diventi un impegno problematico. E questo non è un bel messaggio». Confortante per Mastrorilli «il sostegno che verrà dato a chi proverà comunque ad aprire, nonostante lo farà con tutta probabilità con una perdita economica», ma il caos colori rallenterebbe anche la distribuzione delle pellicole.

«Ci chiediamo – prosegue Mastrorilli – quali film possano uscire. Con aperture non omogenee ci saranno problemi anche su questo. Altro discorso per i cinema all’aperto, che sono certo si potranno fare anche perché gli spettatori saranno molto più confidenti. Sul chiuso, invece, vedo più realistico un “ci rivediamo a settembre”, come quando si prendevano gli esami a scuola. Le stime fatte da alcune associazioni di settore parlano di un 10% di sale riaperte a fine marzo. Tanto più pensando all’azzeramento dei guadagni da bar, che colpisce soprattutto i multisala».

Pubblico in sala al Teatro Santuccio

teatro santuccio vareseChi riaprirà, o meglio, chi in un certo senso ha già riaperto è il Teatro Santuccio di Varese. «Un tentativo per il 27 marzo – afferma la titolare Carolina Firpo – lo faremo, magari con proposte diverse. Teniamo conto che anche in questi giorni stiamo mantenendo viva la sala, con iniziative che diffondiamo online. Pensiamo anche solo a “Varese legge Dante”, che andrà avanti per tutto il mese di marzo e che prevede un lettore ogni mezzora che entra in teatro e legge il suo canto. Probabilmente riapriremo al pubblico, tenendo però conto che per noi vuol dire avere 37 persone. È difficile mettere in scena uno spettacolo con una capienza così ridotta».

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