Cinghiali: 395 capi abbattuti in provincia di Varese. Ma per Coldiretti «non basta»

Il campo di Camillo Berti a Taino dopo il passaggio dei cinghiali

VARESE – Cinghiali, 395 abbattimenti in provincia di Varese ma non basta ad arginare il fenomeno. A lanciare nuovamente l’allarme per le coltivazioni è il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori: «Danni consistenti per le nostre aziende, ne va della loro stessa sopravvivenza». Varese sale su un podio poco gradito, terza provincia in Lombardia per numero di abbattimenti di cinghiali, tra selezione e controllo. Ben 395 capi, cinque in meno dell’anno scorso nello stesso periodo, a fronte di danni continui e ripetuti, che hanno ormai portato le imprese agricole all’esasperazione. Solo Como (con 1.361) e Pavia (639) hanno registrato numeri maggiori.

Raddoppiati gli abbattimenti di cinghiali: 281 in provincia di Varese

L’appello di Coldiretti

Un fenomeno fuori controllo: «Di fronte a questi dati e agli scenari che ogni giorno ci rappresentano le nostre imprese, non possiamo che ribadire la necessità di ampliare le misure di contenimento del cinghiale che sta distruggendo intere coltivazioni specie nella fascia pedemontana, ma anche in pianura – ribadisce il presidente Fiori – i cinghiali stessi stanno mettendo in pericolo l’agricoltura ma anche la sicurezza dei cittadini, come dimostra l’incidente mortale sull’autostrada A26 accaduto nella confinante provincia di Novara, che ha caratteristiche di habitat affini al Varesotto».

Aziende a rischio sopravvivenza

Il livello di sconforto raggiunto dagli agricoltori, prosegue il numero uno di Coldiretti Varese, «è altissimo: le imprese vedono a rischio la possibilità stessa di poter proseguire l’attività agricola, ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati da cinghiali ed altri animali selvatici, gli agricoltori chiedono attenzione e coinvolgimento, ma anche un radicale “cambio di rotta” che, attraverso la lotta al fenomeno invasivo di questi animali, garantisca l’indispensabile presenza delle imprese agricole a tutela del territorio. Non è più possibile attendere oltre: ne va della sopravvivenza delle nostre imprese e, con esse, degli equilibri che governano l’ecosistema e l’economia del territorio, in pianura come nelle aree della fascia prealpina».

I danni dei cinghiali

Lo scorso anno Regione Lombardia ha rendicontato 600mila euro di danni causati da questa specie all’agricoltura, stima comunque inferiore alla realtà dei fatti: «I danni effettivi – afferma Fernando Fiori – sono di cifre molto superiori, molti non li denunciano più, anche perché si ripetono continuamente: campi seminati più volte, sfalci di fieno compromessi e necessità di acquistare fuori dall’azienda agricola ciò che serve per alimentare gli animali. Ci sono imprese che, effettivamente, hanno singole perdite per decine di migliaia di euro ogni anno».

Sicurezza stradale

Stesso discorso anche per gli incidenti stradali: «I numeri sono molto maggiori di quelli periodicamente diffusi, perché la maggioranza degli automobilisti non denuncia i sinistri subiti, spaventati dalle difficoltà nel vedersi risarcito il danno: d’altronde, la situazione di pericolosità delle nostre strade è sotto gli occhi di tutti, con le invasioni dei selvatici che si sono moltiplicate a dismisura durante il lockdown dei mesi scorsi. E il problema, come noto, non è limitato ai cinghiali, ma riguarda anche le altre specie, in primis i cervi».

Cinghiali assediano il Varesotto. Coldiretti: «Tutele per l’agricoltura o verrà distrutta»

varese coldiretti agricoltura cinghiali – MALPENSA24