ELEZIONI LEGNANO 2020 Colombo: «La bellezza salverà la città dal centrodestra»

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LEGNANOFranco Colombo, lei si candida a sindaco di Legnano con una lista civica che porta il suo nome dopo aver cambiato un po’ di partiti…

«È il mio credo politico che è… partito. Rimango di destra e leghista nell’anima, lo sarò per sempre, ma sono talmente deluso dal centrodestra cittadino (per non parlare di quello nazionale), che si è servito di Legnano a proprio piacimento, che ho dovuto per forza mettermi in proprio. Questo non vuol dire rinnegare il mio passato e la mia ideologia politica, ma raddrizzarla per riportarla sulla giusta rotta. Cercherò nel mio piccolo, anzi nel nostro grande perché stiamo facendo cose fantastiche, di continuare la tradizione del centrodestra senza tutto quello di brutto e di poco etico e civico che il centrodestra legnanese ha fatto negli ultimi anni».

Ma si sente più di centrodestra o vicino al Comitato Legalità?

«Di centrodestra. Il comitato ha fatto una cosa eccezionale e sono orgoglioso di esserci stato, ma le strade si sono inevitabilmente separate. Io vado per la mia, continuo ad apprezzarlo e a ringraziarlo per quello che ha fatto per Legnano. Tutti i legnanesi dovrebbero essergli grati e spero che lo dimostrino con una X sulla scheda elettorale».

Luigi Crespi ha scritto sulla “Prealpina” che in questa campagna lei si sta divertendo un sacco. È vero?

«Mi sto divertendo perché non abbiamo padroni. Siamo una ventina di liberi pensatori che amano Legnano, la vogliono diversa e si stanno divertendo gli uni con gli altri perché possono pensare senza rendere conto a nessuno. Se io domattina dicessi che voglio una città verde e le piste ciclabili, non vorrebbe dire che siamo diventati di sinistra: ci piace l’idea e nessuno ce lo può impedire. Siamo per la creatività, per migliorare la nostra città indipendentemente dalle ideologie politiche, stante il fatto che a noi piace il bello, piace stare bene e vivere in una bella città».

Quale è l’obiettivo politico della sua lista?

«Sono candidato sindaco, odio perdere, non sono qui per fare la comparsa se no me ne stavo a casa. Nel calcio, il Crotone sa che non vincerà mai la Champions League, ma mica sale in serie A per retrocedere. Pensiamo di poter dire qualcosa ma dobbiamo essere realisti. Non puntiamo all’“operazione 51%” ma cerchiamo di arrivare più in alto possibile. Il colore della medaglia non ci interessa, il podio sì».

Come si comporterebbe in caso di ballottaggio tra altri due candidati sindaci?

«Le componenti della campagna sono multiple. Usciamo dal lockdown, da una esperienza nuova e una città devastata, come la sua economia. Chissà che cosa accadrà nella cabina elettorale. Potrebbe esserci una grande partecipazione al voto, e questo amplierebbe la forbice dei pronostici, oppure no, allora le forbici si stringono e sono dolori per tutti. Ti pare possibile che mi svegli e dica “viva Toia”? E siccome piuttosto che tifare per Radice mi taglio un braccio, non darò indicazioni».

Chi ritiene favorito?

«Se arriva al ballottaggio, Radice non ha rivali».

E se ci arriva Brumana?

«Come no, può anche nevicare rosso domattina».

Franco Colombo presenta la sua lista civica: «Vogliamo una Legnano europea»

Ci racconta come ha aperto la prima crepa nella giunta Fratus?

«Le mie dimissioni nascono da una serie di eventi. Vivevo una situazione di disagio perché non riuscivo a entrare bene in questa macchina, venivo sempre a sapere le cose in ritardo, per caso. Un giorno incrocio per strada la buonanima di Mauro Mezzanzanica, mio amico dal tempo del liceo, e mi sento dire: “Ma che cazzo stai combinando con la Fondazione Cultura?”. Ha capito subito che parlava con uno che non ne sapeva nulla. La stavano facendo altre persone, io che ero l’assessore alla cultura non ne sapevo nulla. Vado dal sindaco, mi sento dire che sono solo i primi passi, poi mi faranno sapere. Non c’ho visto più e ho maturato il desiderio di andarmene. Questo si sovrapponeva a vari veti in giunta nei confronti della Venturini, messa lì solo per fare da traghettatrice verso la Lazzarini, contro cui avevo fatto la mia campagna nel 2017, come voleva la logica. Una persona che non doveva entrare è stata messa forzosamente: per me l’esperienza era finita, me ne dovevo andare».

Peccato per quel “pasticcio” sulle quote rosa costato il taglio di due consiglieri dalla sua lista…

«Il pasticcio sta nel fatto che noi non abbiamo mai considerato le quote rose come tali. Ho 6 donne che sono lì perché sono brave. Non le ho contate, non ho messo tappabuchi per fare le quote rosa. So che cosa possono e vogliono dare, le ho considerate 6 componenti della lista. E basta».

Da ex assessore alla cultura, qual è la sua posizione sulla Fondazione Palio?

«È chiaro che è molto importante per il rilancio del Palio, perché permette operazioni economiche e finanziarie importanti, fino all’automantenimento della manifestazione, e investimenti per strutture come l’arena, che con essa può nascere più facilmente. Però è complessa da costruire, bisogna mettersi intorno a un tavolo con la Famiglia Legnanese, le Contrade, il Collegio dei Capitani e stabilirne la struttura di gestione. Com’era vista prima era costruita intorno a una figura e intorno ci girava qualcosa di approssimativo. Invece deve avere una struttura controllabile sia da chi organizza il Palio che dalla macchina comunale, con omogeneità nella distribuzione delle cariche e un loro ricambio. Dev’essere trasparente nell’uso dei fondi e modificabile nei regolamenti. Non si può pensare di farla in un fine settimana, ci vorrà almeno un anno finché non si trova la soluzione giusta, un’alchimia perfetta».

Parla ancora di politica con suo figlio, capolista della Lega?

«Sì, sanate le prime risse quando non sapevamo come atteggiarci. Ma lui è un persona intelligente, prima o poi capirà e mi darà ragione, spero prima che io passi a miglior vita… Passato l’entusiasmo, non potrà non rendersi conto del metodo politico “kleenex” della sezione leghista di Legnano: “usi e butti”. Quando a comandare sono gli ignoranti e i mediocri, mica scelgono persone che valgono: sennò, come potrebbero stare a galla?».

Avremo due della famiglia Colombo in Consiglio?

«Sì. Ovviamente, io in maggioranza e lui all’opposizione».

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