MALPENSA – I sindacati chiedono «all’autorità di entrare nel merito del disagio dei lavoratori aeroportuali». La politica replica «che non si possono mettere i piedi sopra a competenze dell’ispettorato». Poco prima che la cerimonia di apertura del terminal 2 di Malpensa iniziasse, Carmelo Fotia (Adl) ha intercettato il governatore lombardo Attilio Fontana all’entrata dell’aerostazione. Un momento di confronto per sottolineare le condizioni lavorative di molti dipendenti aeroportuali – tra salari bassi e appalti che ne complicano la gestione – e quindi cercare un sostegno direttamente dai vertici di Regione Lombardia.
Il confronto
La Malpensa degli anni Ottanta? «Una grande illusione che è svanita», ha detto Fotia. «I dipendenti sono sottopagati», per turni di lavoro di «12 ore al giorno». C’è l’appello a Sea, gestore aeroportuale, che «dovrebbe avere l’onere sociale di dare l’esempio alle attività presenti: negli ultimi anni ne ha dismesse molte». E c’è l’appello alla politica: «Chiediamo alle autorità di entrare nel merito, soprattutto per verificare gli appalti di Sea con una Commissione». L’affondo: «La politica si renda conto che gli utili di Sea sono stati prodotti in condizioni che non hanno avuto riscontro economico e sociale per il territorio».
Chiara la replica del governatore: «Non sono io che vado a controllare se i contratti sono fatti bene o no. Trasmetteremo tutto all’ispettorato del lavoro per le verifiche». Anche perché, ha aggiunto Fontana, «esistono situazioni che controllano la regolarità dei contratti: se lo sono si va avanti, se non lo sono si applicano le sanzioni necessarie. La politica non può mettere i piedi sopra competenze non sue».
Il presidio
I sindacati, insieme alle associazioni e ai comitati ambientalisti, si erano dati appuntamento per un presidio che unisse istanze legate sia ai lavoro che alle condizioni del territorio. A organizzare la manifestazione Unicomal e Salviamo la brughiera, con il sostegno – appunto – di Adl.
Daniele Porrini (Salviamo al brughiera) parla di «retribuzioni basse e contratti atipici». Da qui il richiamo all politica: «Dov’è? È assente, a loro spetta il primato della decisione della democrazia».
Fra i presenti anche Oreste Zanatto, azionista di Sea. Che ha firmato una lettera – con un altro azionista, Basilio Rizzo – da consegnare a Sea e alle autorità istituzionali. Con l’obiettivo di chiedere «di intervenire», a fronte di «una condizione del lavoro che è critica».