Cornacchia insinua, Antonelli sbrocca: «Non si permetta». Batticuore in consiglio a Busto

BUSTO ARSIZIO – «All’onestà io ci tengo. Non si permetta più di dire queste cose». Il sindaco Emanuele Antonelli sbrocca, si alza e se ne va sbattendo la porta, mentre in consiglio si discute sulla rinuncia al parcheggio interrato previsto nel piano di recupero Eden Garden dell’ex Milani di via XX Settembre. Ad infiammare il primo cittadino, le parole del consigliere del “gruppo misto di maggioranza” Diego Cornacchia, che in un passaggio del suo intervento, a sostegno dell’emendamento per chiedere di portare in approvazione in consiglio anche la nuova convenzione sull’ultimo lotto dell’ex Milani, aveva insinuato che ci potesse essere «qualcosa da nascondere». Al che Antonelli sbotta: «Lei non può permettersi di dire queste cose, la prossima volta parte una denuncia. Qui nessuno ha qualcosa da nascondere». E ancora, alzando la voce: «È maleducazione… Non è il modo, all’onestà io ci tengo. Non si permetta più di dire queste cose». Poi il sindaco Emanuele Antonelli lascia l’aula sbattendo la porta, e non vota la delibera, che passa a maggioranza.

L’oggetto del contendere

«Mi rammarico per i toni del sindaco ma anche del consigliere Cornacchia, per certe affermazioni che poi vengono verbalizzate – le parole del presidente del consiglio Valerio Mariani dopo il fuori programma con l’uscita dall’aula di Antonelli – non mi piace l’atteggiamento del sindaco, che dovrebbe dare l’esempio anche in situazioni critiche di confronto, ma i toni dovrebbero essere moderati da parte di tutti». Cornacchia, con un emendamento al piano ex Milani, invocava un nuovo passaggio in consiglio comunale anche «per esaminare e approvare la nuova convenzione», tecnicamente di competenza esclusiva della giunta, da stipulare in seguito alla rinuncia all’autosilo sotterraneo nell’area tra via XX Settembre e via Fratelli Bandiera. «Il planivolumetrico non ci convince, che male c’è a tornare in consiglio? Scriverò agli organi di controllo di competenza» ha tuonato l’ex capolista della Lista Antonelli, oggi nel gruppo misto. Facendosi scappare quel riferimento a «qualcosa da nascondere» che ha fatto saltare la brocca al sindaco. Poi spiegato, in un successivo intervento dello stesso Cornacchia, come un invito al coinvolgimento della sua maggioranza: «Sindaco, deve renderci compartecipi, altrimenti la vediamo sempre come il fumo negli occhi». Dando il là ad Antonelli, nel frattempo rientrato in aula e che non aveva sentito l’intervento di Mariani, per sbottare, stavolta anche contro il presidente Valerio Mariani, reo a suo parere di non aver subito stigmatizzato le insinuazioni di Cornacchia.

Il consiglio cardio-protetto

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E menomale che, in apertura di una seduta consiliare così surriscaldata, era stato presentato il nuovo defibrillatore che l’Associazione nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in guerra, presieduta a livello provinciale dal bustocco Sergio Ferrario, ha deciso di donare all’amministrazione comunale «per munire palazzo Gilardoni di questo strumento salvavita» come ha spiegato il presidente Ferrario. «Sperando che non debba servire a nessuno». Il regalo era stato fatto dall’associazione dopo che il primo cittadino Emanuele Antonelli aveva ironizzato in consiglio sul fatto che il suo cuore sarebbe potenzialmente «a rischio, con tutte le volte che fate arrabbiare il sindaco». È successo un’altra volta.

Verde e commercio

Eppure, fino alla delibera urbanistica, la seduta dell’assemblea in sala esagonale più che da batticuore era stata caratterizzata dagli sbadigli. Il regolamento del verde e quello per il commercio su aree pubbliche sono stati infatti approvati senza particolari scossoni. La discussione più accesa è stata quella sul documento presentato dall’assessore al verde Laura Rogora, che va a «rivedere e semplificare il vigente regolamento del verde che risaliva al 1992», e che solleva qualche appunto critico dall’opposizione. Come quello di Cinzia Berutti (Pd): «Avremmo preferito che l’amministrazione avesse gestito il tema in toto, non solo riguardo al verde privato». Ma oltre all’assessore Rogora («questo è un primo passo») dalla maggioranza interviene anche Roberto Ghidotti (Idee in Comune) a difendere la scelta compiuta: «Ci abbiamo messo mano dopo 28 anni».

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