Contagi stabili, ma la discesa non è ancora iniziata. Fontana: «Vi prego, state a casa»

MILANO –  «Vi prego e insisto. Non uscite di casa, se non nelle condizioni autorizzate e lecite». L’appello è del governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana. Di fronte alle «belle giornate e alla voglia di uscire, che è tanta» ai lombardi viene chiesto un ulteriore sacrificio: «Uscire non si può ancora. Non abbiamo raggiunto ancora nessun obiettivo. Dobbiamo concludere la nostra opera e proseguire nel nostro impegno altrimenti il nostro lo sforzo fatto sarà vanificato e i numeri cominceranno a peggiorare». Perché i numeri permettono di avere speranza, ma non di allentare la presa: con una crescita di 1.598 contagiati, la discesa ancora non è arrivata. L’assessore al welfare Giulio Gallera lo ammette: «Non siamo in una fase in cui c’è una riduzione continuativa. Abbiamo bisogno di dare un’ultima spallata e la dobbiamo dare noi. Questa è una situazione che ci deve vedere assolutamente concentrati».

Numeri: il riepilogo aggiornato

Altri 1.598 casi di positività in Lombardia, su quasi 7.000 tamponi eseguiti, che portano il totale a 49.118. Ieri, 3 aprile, i nuovi positivi erano stati 1.455. Dati «buoni, in linea con quelli di ieri », come spiega l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera. «Ma non possiamo ritenere tutto dietro le spalle». Sale di 200 unità il numero dei ricoverati in ospedale, in tutto 12.002 pazienti, mentre la «buona notizia» di oggi, 4 aprile, viene dai ricoverati nelle terapie intensive (1326), che fanno registrare un saldo negativo di meno 55 rispetto a ieri. «Significa – fa notare l’assessore – che il saldo tra i dimessi e decessi di ieri è superiore al numero dei nuovi ingressi». Costante il numero dei decessi, che ha raggiunto quota 8656, altri 345 rispetto a ieri. I contagiati dimessi o non ricoverati sono in tutto 27.134, dei quali 13.242 con un passaggio in ospedale (altri 222 rispetto a ieri) e 13.892 per i quali non si rileva alcun passaggio. In provincia di Varese l’aumento oggi è inferiore a ieri: più 63 casi, con il totale che arriva a 1.148.

I numeri nelle province

Le strategie per il futuro

L’assessore Gallera stamattina, sabato 4 aprile, era a Brescia, dove agli Spedali Civili è stato realizzato «il primo ospedale Covid che servirà oggi a gestire i pazienti che vengono via via dimessi dalle terapie intensive e dai reparti di Infettivologia per seguirli e, quindi, consentire anche all’ospedale di riprendere la sua attività». Insieme alle USCA e le degenze di sorveglianza, è un pezzo della strategia che Regione Lombardia sta mettendo in campo per affrontare la “fase 2” dell’emergenza Coronavirus. «Bisogna consentire agli ospedali di tornare in fretta a un’attività ordinaria, poi serve continuare a gestire i pazienti Covid, infine, serve costruire condizioni per gestire altre ondate che tutti dicono arriveranno, perché ci dicono che le pandemie vanno avanti a ondate – sottolinea l’assessore – quindi il territorio dovrà essere il più strutturato possibile». Da un lato, con realtà che sappiano «gestire un urto come questo in maniera più strutturata. Quindi stiamo ragionando sull’idea di ospedali con aree riservate alle emergenze, che è un po’ il modello israeliano, chiuse ma pronte ad attivarsi in caso di emergenza in poche ore». Dall’altro, con il ricorso alla tecnologia: «Diffonderemo al massimo la telemedicina e la sorveglianza a distanza. Questo non significa che potremo curare i pazienti a domicilio, ma è importante poter avere un’allarme che ci consenta di cogliere in anticipo, di gestire e di affrontare la malattia».

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