Contro la violenza a Gallarate c’è SiCura: 80 casi in 3 anni

Violenza Gallarate associazione SiCura

GALLARATE – La prima cena di solidarietà contro la violenza al suo debutto ha già fatto centro. Con 100 partecipanti e 80 casi da seguire in soli 3 anni. Un vero e proprio trionfo per l’associazione SiCura con sede legale a Gallarate via Cadore 6 che – giovedì 21 novembre, alle ore 20, al Tennis Club Gallarate –  ha organizzato una cena per raccogliere fondi per aiutare donne, uomini, bambini e anziani.

Contro la violenza

Dal 2016 l’associazione SiCura opera nella prevenzione e nella cura di qualsiasi forma di violenza. Si rivolge a chiunque abbia subito una violenza, fisica o psicologica e necessiti di supporto. Offre servizi gratuiti tramite i volontari, che hanno frequentato un corso di formazione, e al personale tecnico (legali, psicoterapeuti, psicologi). L’associazione inoltre promuove eventi culturali e corsi di formazione su come prevenire la violenza e su quali azioni adottare per contrastarla.
«Oltre alla violenza sulle donne, sui bambini e sugli anziani ce n’è un’altra più taciuta, più sotterranea. È la violenza sugli uomini da parte delle donne», spiega la presidente Anna Laghi, presentando al pubblico i professionisti che collaborano con l’associazione.

I dati

A dirlo non è solo la presidente di SiCura, ma sono alcuni dati che emergono da un’indagine dell’Istat pubblicata lo scorso anno, riferita al periodo 2015-2016. Per la prima volta, analizzando la violenza sul lavoro, l’Istat ha rilevato anche le molestie a sfondo sessuale ai danni degli uomini. Sono 3 milioni 574 mila gli uomini che hanno subito molestie di questo tipo almeno una volta nella vita, 1 milione 274 mila negli ultimi 3 anni.

Le segnalazioni in procura

Tra gli ospiti Annamaria Fiorillo – magistrato al tribunale dei minori di Milano  – che è intervenuta dicendo: «Collaboro con l’associazione SiCura che ha fatto pervenire alla Procura segnalazioni molto delicate, in riferimento alle quali si sono costruiti dei veri e propri interventi pilota. La violenza nei confronti dei soggetti deboli ha avuto un aumento esponenziale e si verifica principalmente all’interno delle famiglie». C’è una maggior visibilità del fenomeno dovuta a un’ampia informazione e una raggiunta consapevolezza sociale da parte delle donne. Ma questo non basta. «I bambini sono le principali vittime, e gli adolescenti sono portatori di gravi disagi che conducono alla devianza e alla commissione di gravi reati che possono essere commessi all’interno della famiglia, per esempio i maltrattamenti nei confronti dei genitori», ha aggiunto il pm Fiorillo.

Le testimonianze di Giuliana e Marco

Le testimonianze di Giuliana e di Marco, che sono stati maltrattati, hanno distinto la prima edizione dell’iniziativa della quale già tutti attendono il proseguo. Marco però non si è presentato al pubblico, ma ha scritto una lettera che è stata recitata da uno degli ospiti della serata. Oggi è ancora un tabù per un uomo raccontare di essere stato vittima di una donna. «Quella sera», scrive Marco «dopo avermi detto che aveva contattato tutti i miei amici di facebook raccontando tutto di noi, lei ha iniziato a graffiarmi e a colpirmi pesantemente. Ha preso l’accendino e me l’ha messo sul braccio. Dopo una lunga collisione mi sono divincolato e sono riuscito a scappare da quella stanza. Sono andato al pronto soccorso. Ero in difficoltà. Un uomo non piange, un uomo non può farsi vedere debole. Non sapevo cosa raccontare ai medici e agli infermieri su come mi ero procurato quelle lesioni. Stavo lì in silenzio e muto. Poi sono tornato a casa e ho raccontato una lunga storia inventata di quello che era successo. Sembrava tutto finito. Ma non era così. Quella ragazza di 25 anni si trovava fuori dalla scuola di mio figlio: allora ho capito che dovevo denunciare il fatto».

Il cortometraggio di Connel

Una folta pattuglia di talenti al servizio di un’iniziativa neonata ma già pronta a fermare tutti i tipi di violenza. A chiudere in bellezza è stato il giovane regista Thomas Connell, 22 anni, che ha presentato il cortometraggio “Essere D’Aiuto”, un esempio di violenza di una madre sul figlio. Immagini che fanno riflettere sui drammi di una società moderna che ha dimenticato i valori morali, a partire dal rispetto.

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