Autolaghi semideserta all’ora di punta

Coronavirus autostrada autolaghi deserta

Percorrere Gallarate – Milano in venti minuti. Alle 8.30 del mattino. Impossibile in qualunque giorno dell’anno, una realtà sull’Autolaghi nel secondo giorno in Lombardia (il primo esteso a tutta Italia) di emergenza arancione per contenere la diffusione del Coronavirus.

Sull’A8 camion e poche auto

L’Autolaghi è semideserta. I mezzi pesanti ci sono e occupano la prima corsia, a dimostrazione di un sistema produttivo che soffre, ma ancora regge. Le auto invece sono poche. Anzi pochissime. Milano, città di servizi, più di ogni altra realtà in Italia ha attivato lo smart working, riducendo al minimo l’afflusso di pendolari nella metropoli. Fa un certo effetto non vedere code alla barriera di Lainate o non fermarsi per il perenne rallentamento tra le uscite di Busto e Legnano. Gli spostamenti non giustificati non sono consentiti e, finalmente, la stragrande maggioranza delle persone sembra averlo capito.

Milano è ferma

Anche entrando in Milano l’atmosfera è spettrale. Uno scenario surreale: zero code ai semafori, pochissimi pedoni sui marciapiedi. Si trova persino parcheggio. E’un agosto anticipato. Ma forse è ancora peggio.

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