Costa d’Avorio, imprenditore gallaratese mette in ginocchio 12mila contadini

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GALLARATE – Sono 12.000 (dodicimila) i contadini della Costa d’Avorio in serie difficoltà a causa dei ritardi nei pagamenti della società Sicosa 2.0, riconducibile a un imprenditore tessile del Gallaratese. Ad essa è stata sospesa la concessione per la lavorazione del cotone. Il provvedimento è stato deciso dal direttore generale del Consiglio del cotone, dottor Adama Coulibaly, dopo che per il 2017 e il 2018, la Sicosa, come informano i media del Paese africano, non avrebbe onerato i propri impegni con i produttori locali.

La sospensione della concessione riguarda i i circa 18mila ettari dove si coltiva il cotone, assegnati all’azienda italiana. La Costa d’Avorio, al netto delle turbolenze politiche che l’hanno sin qui caratterizzato, favorisce gli investimenti stranieri anche nel campo agricolo. Non a caso la Costa d’Avorio è considerata una delle economie più dinamiche del continente africano. Negli ultimi anni il Pil ha avuto una crescita del 7,8 per cento, mentre le stime del Fmi indicano una performance media del + 7,2 per cento nel biennio 2018-19.

Le piantagioni di cotone sono una delle risorse principali del Paese, terzo produttore africano dopo Egitto e Sudan. La presenza straniera, comprese le aziende italiane, è decisiva per la stessa economia ivoriana, fortemente vincolata all’agricoltura, settore che impiega il 68 per cento della forza lavoro. E’ in questo contesto che un investitore italiano ha messo in difficoltà migliaia di contadini e le loro famiglie per non avere ottemperato agli impegni presi.

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