Cresce l’allarme organici negli ospedali di Busto e Gallarate. Monti: soluzioni difficili

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BUSTO ARSIZIO – Proteste, richieste d’intervento, allarme dei medici, prestazioni dimezzate e a rischio per gli utenti, ma la situazione negli ospedali dell’Asst della Valle Olona, Busto Arsizio, Gallarate, Saronno, Somma Lombardo e Angera, per il momento non cambia. Anzi, peggiora. Eppure la carenza degli organici sanitari (sono i sofferenza pediatrie, medicine generali, chirurgie a corto di anestesisti, pronto soccorso)  è oggi il problema dei problemi, sottovalutato o, peggio, deliberatamente lasciato sullo sfondo dalle istituzioni competenti.Per una semplice ragione: è allo stato irrisolvibile. Gli aggiustamenti messi in atto dalla direzione generale servono a tamponare qualche falla, non a cancellare le lacune e i pericoli di cure inefficaci o incomplete per i pazienti. In attesa di tempi migliori, ci verrebbe da dire. Ne è consapevole anche Emanuele Monti, presidente della commissione Sanità del Pirellone, a cui non competono le decisioni ma ruoli di controllo e di indirizzo.

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La soluzione rimane la realizzazione dell’ospedale unico, in agenda da un paio di anni e del quale, in verità, sembra si siano perse le tracce nei meandri delle discussioni politiche e amministrative. “Qui forse la Regione difetta in comunicazione” sottolinea l’esponente leghista, ponendo l’accento sulla necessità di un maggiore coinvolgimento del territorio attorno alla delicata e decisiva partita dell’ospedale in condominio tra Busto e Gallarate. Monti ribadisce però la volontà politica di realizzare l’opera, “volontà confermata in più occasioni pubbliche dal governatore Attilio Fontana, tanto più che sono già stati trovati i finanziamenti (500 milioni di euro? Ndr). Nel frattempo? “Per quanto riguarda la mia commissione abbiamo avviato una fase di ascolto con i diretti interessati, i medici, gli infermieri, le organizzazioni sindacali – spiega il presidente  – Con loro abbiamo dibattuto la questione degli organici, chiedendo suggerimenti per affrontarla in termini positivi”.

I vincoli di legge

Poco, tanto? “Restano i vincoli di legge, restano i tagli dei governi di centrosinistra al budget della santà, l’impossibilità ad assumere, il numero chiuso nelle università, le difficoltà nelle specializzazioni mediche; tutto questo determina la carenza degli organici, che però è riferibile all’intero sistema sanitario lombardo, non soltanto a Busto e Gallarate. Che devono affrontare un problema in più”.

Varese e Legnano più attrattivi

Quale? Emanuele Monti non usa perifrasi: “Fermo restano il ruolo insostituibile dei due storici nosocomi del Basso Varesotto, essi ora scontano la presenza dei vicini e  nuovi ospedali di Varese e di Legnano,  che risultano maggiormente attrattivi anche per il personale medico. E nessuno può impedire a un medico di scegliere dove lavorare”.

Servono subito nuovi investimenti

Come se ne esce? Di nuovo il presidente Monti: “Credo che l’Asst della Valle Olona debba lavorare sulle apparecchiature, deve acquisirne di ultima generazione, favorendo le eccellenze che ancora le rimangono. Comprendo che non è un’impresa facile, né che possa essere immediata, ma è da lì che può rilanciare davvero i suoi ospedali”. E la Regione? “La Regione deve avere il coraggio di prendere scelte anche impopolari, operando sulla rete ospedaliera. Come ha fatto con i punti nascita. E’una questione di risorse, di maggiore disponibilità di personale, di sicurezza per i pazienti stessi”. Monti non lo dice, ma il discorso va a parare nella chiusura dei cosiddetti “rami secchi”. Argomento spinoso, foriero di sollevazioni popolari, ma a questo punto non più rinviabile. Per salvare le aspettative elettorali di qualcuno si rischia infatti di mettere a repentaglio l’intero sistema ospedaliero regionale e del Varesotto in particolare. E’accettabile?

Monti ospedali organici – MALPENSA24