Crisi a Legnano, i dimissionari vuotano il sacco: ecco le colpe di Fratus e C.

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LEGNANO – Una serata per raccontare la crisi politica che ha investito Legnano e i suoi retroscena. Ieri sera 3 aprile i consiglieri comunali dimissionari si sono dati appuntamento in un hotel la cui sala, com’era prevedibile, era insufficiente a raccogliere tutti i convenuti. Presenti tutti i gruppi di opposizione (oltre al Movimento 5 Stelle, promotore dell’evento, le quattro liste civiche e il Pd), due dei tre consiglieri “dissidenti” della Lega e l’ex assessore, nonché ex segretario cittadino Franco Colombo. Se la spaccatura  del Carroccio è certificata, anche in Forza Italia però le acque sono tutt’altro che tranquille, vista la presenza all’incontro dell’ex assessore “dimissionato” Laura Venturini. Ognuno impegnato a riepilogare passo dopo passo la travagliata vita della giunta Fratus, ora appesa a un ricorso per evitare il commissariamento in seguito alle dimissioni di metà più uno dei consiglieri comunali.

Colombo e Venturini: decisioni prese alle nostre spalle

Mentre la maggioranza di centrodestra insiste nel suo silenzio impenetrabile, i convenuti di cose da dire ne avevano molte, e molto scomode. “C’è stato il capriccio di qualcuno nel sistemare a tutti i costi una persona in giunta” ha esordito Colombo: chiaro il riferimento al rimpasto di febbraio che ha aperto le porte dell’assessorato alle opere pubbliche a Chiara Lazzarini, l’ex presidente Amga “su cui è in corso un processo civile – ha ricordato Daniele Berti (Movimento per Legnano) –. Quando l’ha lasciata, la municipalizzata era sull’orlo del fallimento con un indebitamento per oltre 100 milioni di euro. Mi sembra che questi trascorsi siano più che sufficienti per non volerla in giunta”.

“Da subito – ha ripreso Colombo – ho constatato l’arroganza e la mancanza di comunicazione all’interno della giunta. Non sapevo nulla di quello che veniva deciso nel mio ambito, la cultura. Sono venuto a conoscenza per caso della Fondazione Cultura e dell’accordo saltato col Maga di Gallarate. Soprattutto, è stato violato l’accordo che fin dal 2017 precludeva l’ingresso in giunta della Lazzarini”. “Appena un mese dopo il mio insediamento – ha rincarato la Venturini – mi è stato detto che al momento giusto avrei dovuto cederle il mio posto. Era già tutto deciso. La situazione è degenerata per le discrepanze sulla gestione dell’illuminazione pubblica [un affare da alcuni milioni di euro, nda], che Amga aveva rifiutato perché non le competeva. Da quel momento sono stata isolata e il sindaco non ha trovato di meglio che rispondere alla mia lettera di revoca dell’incarico facendo copia e incolla dalla lettera di un altro sindaco”.

Berti: ora compattare un largo fronte civico

A detta di tutti, la posizione dell’attuale maggioranza è indifendibile anche sul piano giuridico, nonostante i cavilli evocati dal vicesindaco Maurizio Cozzi. L’arrivo di un commissario pare inevitabile. E c’è già che guarda alle prossime elezioni. “Stasera si è sentito un profumo di comunità – ha chiosato Andrea Grattarola (M5S) –. C’è tanta voglia di partecipare e di fare il bene di Legnano”. Ancora più esplicito Berti: “Il bene primario non sono i partiti, ma la città. Non possiamo dividerci in tante liste come nel 2017, dobbiamo compattare un fronte civico. E fuori dalle palle chi vuole fare affari”.

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