Parole d’amore e di letteratura: il carteggio di De Roberto al Salone Estense

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Anna Teresa Rossini, Enrico Salvato e Mariano Rigillo

VARESE – «Il carteggio tra Federico De Roberto ed Ernesta Valle si compone di 800 lettere, noi ve ne abbiamo presentate 10, a voi leggere le altre 790!». È stato questo l’invito di Mariano Rigillo domenica 30 ottobre al Salone Estense, a conclusione dello spettacolo “Carteggio d’amore” che Sarah Muscarà ed Enzo Zappulla hanno tratto da “Si dubita sempre delle cose più belle – Parole d’amore e di letteratura”, libro in cui hanno pubblicato e curato l’intera corrispondenza, presentato in apertura dall’autrice stessa.

Lo scrittore siciliano de “I Vicerè” e la nobildonna milanese

In occasione della rassegna “Parola di donna”, e con il delicato accompagnamento musicale di Enrico Salvato, Rigillo ha interpretato con eleganza e proprietà lo scrittore siciliano de “I Vicerè”, secondo Leonardo Sciascia il più grande romanziere italiano dell’Ottocento insieme a Manzoni. Anna Teresa Rossini è stata un’appassionata, intensa e sofferta Ernesta Valle, nobildonna amante segreta di De Roberto e tra le principali animatrici dei salotti letterari della Milano culturalmente effervescente ed economicamente esplosiva tra Ottocento e Novecento.

Il “Corriere della sera” di Luigi Albertini

Il romanticismo ottocentesco dei sentimenti reciproci emergeva con grazia e gioia nelle parole di Valle e con impeto focoso ed eroticamente carico nelle righe di De Roberto, sullo sfondo della puntuale e affettuosa descrizione della città testimone degli incontri amorosi: l’autore vi si recava approfittando della collaborazione con il “Corriere della sera” di Luigi Albertini, che gli aveva consentito di sottrarsi all’ingombrante tutela materna in Sicilia.
Si aspettava la stabilizzazione del rapporto con il quotidiano ma Albertini nominò il fratello e il suocero Giuseppe Giacosa alla direzione rispettivamente delle pagine letterarie e della rivista collegata, relegando De Roberto alla collaborazione estemporanea con articoli sparsi pagati pochissimo, una condizione di precariato giornalistico e sfruttamento editoriale che continua a essere di triste attualità, nel carteggio riportata con amara precisione.

Un amore condannato a morire

Così l’ultima drammatica lettera tra Ernesta e il suo Federico denuncia la catastrofe di un rapporto di vero amore, condannato a morire per la distanza e le ristrettezze economiche che impedivano allo scrittore di stabilirsi a Milano, relegandolo a Catania. E, come richiamato da Muscarà nella presentazione, sempre la distanza aveva generato il carteggio, miracolosamente giunto ai giorni nostri nella sua interezza di estensore e rispondente grazie all’espediente amoroso di De Roberto, che lasciava alcune pagine bianche in fondo alla propria lettera in modo che l’amata vi scrivesse la risposta e gliela rimandasse. Un pubblico sensibile e commosso ha tributato agli interpreti un caloroso applauso, a conferma della loro fama di grandi e convincenti attori, partecipi del travaglio esistenziale che han saputo rappresentare al meglio.

Una vicenda al femminile distorta nella narrazione storica

Un ottimo viatico per la parte finale della rassegna, che venerdì 4 novembre alle 20.30 al Salone Estense prosegue con il penultimo appuntamento, lo spettacolo “Cleopatra, Cesare e Antonio” di e con Elena Ferrari, a ripercorrere tra amore e potere, e con uno sguardo intimo, una complessa vicenda al femminile, continuamente distorta nella narrazione storica dalla Roma antica ai giorni nostri, sia per la discriminazione di genere sia per il pregiudizio xenofobo verso la straniera. Con lo sguardo ironico ma profondo e oggettivo dell’ancella Carmiana, un passo in più nella prospettiva di “Parola di donna” per il protagonismo femminile, oltre i pregiudizi di un’eredità storico-culturale da superare. Per le prenotazioni occorre scrivere un’e-mail all’indirizzo paroladidonnavarese@gmail.com o telefonare al numero 338/2039505 dalle 16. Prevendita in biglietteria dalle 9.30 nel giorno dello spettacolo.

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