Debutto milanese per i Repubblicani di Reguzzoni. Con Ferrazzi e Grimoldi

MILANO – Circa 150 persone nella sala Manzoni del palazzo delle Stelline e in prima fila un parterre di figure politiche con un passato di centrodestra e un presente che guarda al centro. Come due consiglieri regionali, Luca Ferrazzi e Manfredi Palmeri di Lombardia Migliore, il movimento rimasto “orfano” di Letizia Moratti, ma anche due ex consiglieri regionali leghisti come Gianmarco Senna e Max Bastoni e soprattutto Paolo Grimoldi, già segretario nazionale (e deputato) della Lega Lombarda e promotore dell’ormai sparito dai radar Comitato del Nord al fianco di Umberto Bossi.

Miglio ispira

«Il nostro primo obiettivo è fare in modo che la classe politica compia un salto di qualità. Ne ha bisogno il Paese, ne ha bisogno la politica stessa. Faremo la nostra parte con la massima concretezza». Con queste parole Marco Reguzzoni, presidente dell’associazione “I Repubblicani”, ha lanciato alla Fondazione Stelline di Milano la “Scuola Quadri” che da gennaio – con le prime lezioni ispirate al pensiero di Gianfranco Miglio – offrirà un’occasione di formazione a tutti coloro che vogliono dedicarsi all’amministrazione pubblica.

Il debutto milanese

Vola alto, Reguzzoni, per il debutto milanese della sua creatura, I Repubblicani, e si fa accompagnare da un terzetto di manager varesini “doc” che in Lombardia si sono fatti un nome importante: l’ex presidente di Sea Giuseppe Bonomi, l’ex capo della sanità regionale Carlo Lucchina e l’attuale numero uno di Finlombarda, già ai vertici di Fondazione Cariplo, Andrea Mascetti. Bonomi e Lucchina saranno tra i docenti e hanno manifestato l’esigenza forte di aumentare l’impegno nella formazione e la necessità di riprendere a ragionare sul tema del federalismo, valorizzando i sistemi territoriali per correggere i troppi appesantimenti dovuti alla gestione centralista.

Le voci dei protagonisti

Per Bonomi «l’aumento delle disuguaglianze è evidente e crea preoccupazione in prospettiva», sostenendo «il bisogno di un sistema fiscale progressivo ma anche di politici che abbiano voglia di studiare». Di fatto «ai giovani non sono offerte le stesse possibilità che avevamo noi». Lucchina fa notare che «il nostro sistema sanitario soffre, per la mancanza di risorse adeguate o almeno di autonomia di spesa ma anche per un modello che si basa su una legge del 1978. Il tema delle cronicità non è contemplato e il mio timore è che queste situazioni non siano in cima all’agenda politica. A questo va aggiunto la precarietà dei sistemi regionali, sempre alle prese con l’emergenza e senza spazio per le indispensabili autonomie». Anche Mascetti ha espresso la convinzione che lavorare sulle competenze e tenere presenti le diversità territoriali sia indispensabile, ponendo domande prima di dare risposte. «Noi siamo di fronte a un mondo che si sta disintegrando e balliamo sul Titanic. Lo stato centrale – ha detto Mascetti – è una macchina incompleta e incapace, che sta facendo disastri». Così la necessità di formazione: «Basta con i politici che sanno solo scrivere dei tennisti e non volano alto».

Le presenze

Tra i 150 in sala, anche professionisti e imprenditori «interessati a una proposta slegata dalle costrizioni partitiche». Tra i politici anche Massimo Buscemi, già assessore regionale forzista ai tempi di Formigoni, il milanese Pasquale Salvatore e Giannantonio Bevilacqua di Alleanza per l’autonomia, tra gli imprenditori Andrea Marchiori di Techbau. Una presenza ampia e qualificata quale testimonianza di quanto ci sia voglia di maggiore approfondimento delle tematiche centrali per lo sviluppo economico, anche per quanto riguarda il ruolo di «una vera Europa dei popoli – ha spiegato Reguzzoni nel suo discorso – che sappia essere autorevole e trainante, a differenza di quanto è accaduto sino ad oggi». 

repubblicani milano marco reguzzoni – MALPENSA24