Depuratore fermo, Amici dell’Olona a CAP: «Bene confronto, ma dubbi rimangono»

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LEGNANO – «Grande apprezzamento» per il fatto che CAP dia spiegazioni e si apra al confronto, ma anche la volontà di «accertare gli errori e le conseguenze per evitare che si ripetano e perché si possa porre rimedio al più presto». È quanto esprime l’associazione Amici dell’Olona dopo la relazione tecnica firmata da Michele Falcone, direttore generale di CAP Holding, e pubblicata da Malpensa24. Ambientalisti e società che gestisce il depuratore di Canegrate si confrontano su un piano molto pragmatico e basato su rilievi tecnici, dopo l’avvio dei lavori all’impianto che hanno reso necessario fermarlo per alcuni giorni, con il conseguente afflusso nell’Olona degli scarichi fognari non trattati di un territorio abitato da 150.000 persone e le gravi conseguenze sull’ambiente fluviale. «La situazione attuale è ormai compromessa» ribadiscono gli Amici dell’Olona, ma il dialogo avviato con CAP Holding «sarà molto importante per il futuro del nostro fiume».

Brumana: «Servivano parere di un terzo e bypass per Parabiago e Pero»

Nel valutare punto per punto la relazione del dg, l’associazione fondata dall’avvocato legnanese Franco Brumana muove le seguenti osservazioni: «CAP avrebbe dovuto munirsi di una relazione di un terzo (per esempio il Politecnico di Milano) per verificare l’inevitabilità dello scarico dei liquami e per accertare tutte le mitigazioni possibili, anziché basarsi solo sul parere dei propri tecnici. L’invio dei liquami a Parabiago e a Pero non è impedito da modesti dislivelli perché, come ovvio, doveva essere effettuato con un pompaggio: il trasferimento dei liquami necessitava semplicemente della immissione nella rete fognaria diretta ai due depuratori; le fogne di Nerviano scaricano già a Pero. I depuratori sono dimensionati con enormi margini di sicurezza, quindi si può ritenere che quelli di Parabiago e di Pero avrebbero potuto trattare anche gli scarichi di Canegrate».

«Lavori fattibili anche di notte, in agosto o nella stagione invernale»

Quanto al periodo scelto per intervenire sul depuratore, «se le opere fossero state eseguite a Ferragosto, il carico dei liquami sarebbe stato molto minore dell’attuale per l’assenza di chi era in vacanza e per la chiusura delle fabbriche», mentre «le considerazioni sulla temperatura invernale non convincono e comunque non possono essere decisive». Quanto infine alla difficoltà di accorciare i tempi dei lavori estendendoli all’orario notturno, così da procedere 24 ore su 24, «la carenza di luce naturale non sembra un problema, perché avrebbe potuto essere ovviata dalla luce artificiale. Quindi, a nostro avviso, si sarebbe potuto lavorare anche di notte o d’inverno».

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