Doppia violenza: il marocchino nega. Disposto il carcere per entrambi i fermati

BUSTO ARSIZIO – Hanno entrambi risposto alle domande del Gip di Busto Arsizio Luisa Bovitutti in sede di udienza di convalida del fermo i due giovani fermati nella notte tra sabato 4 e domenica 5 dicembre per la doppia violenza sessuale tra Venegono Inferiore e Vedano Olona. I due, un marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio italiano e con precedenti, e un 21enne italiano con un passato famigliare di disagio e un periodo trascorso in comunità alle spalle, sono comparsi dalle 10.30 di oggi, martedì 7 dicembre, davanti al giudice per le indagini preliminari.

Fermo convalidato disposto il carcere

Il gip ha convalidato entrambi i fermi e disposto la custodia cautelare in carcere per entrambi. Il 27enne marocchino, assistito dall’avvocato Fabio Bascialla, ha negato ogni addebito. Ha negato di aver aggredito le ragazze, ha anzi invitato l’autorità giudiziaria a visionare i filmati di videosorveglianza la fine di comprovare l’errore. Il giovane ha però una fisicità particolare. Soprattutto il viso non è affatto anonimo. A partire da un segno particolare su un sopracciglio, per passare alla dentatura sino ad arrivare al pizzetto e alla barba incolta. Dettagli unici che coincido perfettamente con la descrizione fornita dalle due giovani vittime.

Disorientato il 21enne

Il 21enne italiano, assistito dall’avvocato Monica Andreetti, ha sostanzialmente confermato le dichiarazioni rese al pubblico ministero Lorenzo Della Palma, subito dopo il fermo. Il giovane è apparso disorientato: avrebbe fornito dei dettagli che soltanto chi era presente avrebbe potuto fornire poi a sua volta ha negato di essersi trovato sul posto. Davanti al pm, in ogni caso, il giovane avrebbe fatto delle parziali ammissioni, alle quali gli inquirenti dovranno dare riscontro, chiamando in correità il 27enne marocchino. Nella denuncia presentata dalla 22enne abusata in treno il 21enne viene indicato come l’aggressore che la teneva ferma, mentre lei cercava di sfuggire all’aggressione, mentre il complice marocchino consumava la violenza.

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