Esami di stato, e ora appuntamento con il temuto quizzone

Quizzone esami di stato

BUSTO ARSIZIO – Il quizzone. La stampa lo chiama così, la scuola preferisce il nome più formale “Terza prova”. Sta di fatto che è l’esame più temuto dai maturandi, quello che coinvolge tutte le materie con domande su tutto il programma. Insomma tutto di tutto. E lunedì 25 giugno migliaia di studenti sono alle prese con la terza prova degli esami di stato. Due i turni, perché in genere due sono le sezioni che costituiscono una commissione, due le ore a disposizione, qualcosa in più per gli studenti che presentano una diagnosi di dislessia. Poi, via libera alle correzioni e tra mercoledì e giovedì l’appuntamento è con la commissione schierata che saggia le doti di un candidato nel colloquio.

La terza prova

Questa prova, a differenza delle prime due, viene a messa a punto dai commissari di ogni sezione, non dal Ministero. Lunedì mattina i commissari si radunano e mettono sul banco tutte le materie con le prove. Si scelgono o sorteggiano quattro materie. Quello che capita, capita. Tre le tipologie a disposizione: le più gettonate sono la B e la C. Solo quest’ultima ha tutti i connotati del quizzone, cioè domande a risposta chiusa, basta una crocetta sulla risposta che si ritiene corretta. Più impegnativa invece è la tipologia B che prevede tre risposte, come dicono i prof in modo “esauriente”, in un numero limitato di righe. Il che, perché i docenti vogliono passare ai raggi ics le capacità di sintesi dei candidati, quelle tanto detestate dagli studenti secchioni che si trovano stretti a condensare in poche righe il pensiero di un autore e invece vorrebbero dilatarlo in più spazio. A quali conoscenze dare priorità? Comunque per la gioia dei futuri maturandi del prossimo anno scolastico, se ministri e commissioni non cambiano idea, la terza prova o quizzone come più piace definirlo, dovrebbe sparire. L’anno prossimo dovrebbe essere sostituita da un’esposizione sull’alternanza scuola-lavoro.

La parola a docenti e studenti

Questo scambio non piace tanto ai docenti, che – dicevamo – vorrebbero sondare le capacità di sintesi. «Sarebbe meglio parlare di competenze di sintesi – puntualizza la docente di lettere Rossella Canziani – L’anno prossimo finiremmo con il sentire ripetere pedissequamente dai ragazzi l’esperienza di alternanza. Probabilmente tutti lo stesso percorso. Invece la terza prova attesta le conoscenze e le competenze».

Sdrammatizza lo studente del liceo scientifico Matteo Cremonesi: «Noi siamo stati abituati a eseguire queste prove con simulazioni durante l’anno scolastico. Quindi non considero questa terza prova qualcosa di troppo drammatico. Si giunge all’esame con una certa preparazione. Forse dobbiamo ragionare sul fatto che questa prova possa costituire un doppione con il colloquio. Non saprei. Comunque durante l’anno sono state diverse le occasioni per verificare la preparazione di uno studente. Invece ritengo importante il problema della sintesi: otto righe e in modo esauriente per rispondere. Certo, la sintesi è una competenza che va acquisita. Personalmente però lo capisco per le materie scientifiche, per quelle umanistiche mi diventa più difficile».

Quizzone esami di stato – MALPENSA 24